ROCCHETTA ALTA DI BOSCONERO, m 2412
Via Navasa o De Le Grole (Parete Nord)
Itinerario storico, di grande valore alpinistico, che per primo ha risolto l'enigma della parete nord della Rocchetta Alta di Bosconero.
La via, aperta con ampio uso di mezzi artificiali seppure senza chiodi a pressione, è ancora oggi un itinerario di riferimento per la bellezza dell'arrampicata e la straordinaria logicità della via, che con grande intuito si districa tra strapiombi e muri verticali mantenendosi su difficoltà sostenute, ma mai estreme. Un vero capolavoro che merita la propria fama che si pone sullo stesso livello dello spigolo Strobel e della KCF (che corre parallela, incrociandosi) componendo il cosidetto “trittico” della Rocchetta. La via è ben attrezzata sia lungo i tiri che alle soste, seppur mai abbondante (salvo pochi tiri) e comunque ben integrabili con protezioni veloce. Roccia molto buona se non ottima soprattutto sulle sezioni di roccia grigia, anche se richiede comunque attenzione. Itinerario nel complesso impegnativo con un discreto sviluppo, riservato a cordate allenate e con esperienza alpinistica. La discesa può risultare delicata con neve dura nel canalone.
Accesso:
Dal Parcheggio ai lati del Lago di Pontesei prendere il buon sentiero (cartelli) che sale verso il Rifugio Casera Bosconero, posto in una deliziosa radura nel bosco ed in vista delle slanciate muraglie delle Rocchette (1h30 dalla strada). Seguire ora il sentiero in direzione della Forcella di Toanella. Usciti dal bosco ci si porta sotto la parete Nord seguendo tracce tra le ghiaie. L'attacco si trova al centro, in corrispondenza di una rampa/fessura obliqua da sx a dx (0h30 dal rifugio).
Linea di salita : si tratta di una linea logica seppure apparentemente tortuosa, che indovina i punti deboli rimanendo al centro della parete. Una volta superato lo zoccolo la linea è data dal grande diedro giallo che spicca nella parte bassa, sovrastato da un netto tetto sotto cui si traversa. La via piega poi verso sinistra tra muri grigi e – zigzagando tra strapiombi si porta sotto la parete finale che si supera attraverso un diedro giallo tagliato da un tetto. L'ultima parte (ca. 150 m) non viene di norma seguita. Si esce invece per comoda cengia a sx ricongiungendosi alla via di discesa.
Salita:
1-2-3) Seguire interamente la fessura/rampa obliqua superando alcuni passaggi più verticali (2°, 3°, pp. 3°+); poco prima del suo termine doppiare uno spigoletto a sx e portarsi ad una marcata cengia. Seguirla verso sx sostando alla base di una fessura-camino che incide un muro verticale (ca 120 m, dal 2° al 3°+, alcuni chiodi, sosta su 3CF).
4) Salire il caminetto, al suo termine piegare a dx superando un muro verticale ma con buoni appigli (V+, 3C). Scalare una successiva parete verticale (6°-, 2C) poi tendere a sx per rocce più articolate alla sosta in una zona appoggiata. 30 m, 5°+, 6°-, 5C, 3CF.
5) Un po' a dx per una decina di metri per facili rocce a tratti erbose, quindi a sx verso la base del grande diedro giallastro. Salire ca. 10 m nel diedro, sostando dove inizia la roccia gialla. 30 m, 3°, 2CF.
6) Scalare interamente il diedro, le cui difficoltà sono progressive verso l'alto e superando un paio di strozzature impegnative, ma ben appigliate. Fare attenzione ad alcuni blocchi instabili. Pochi metri sotto al tetto che lo chiude uscire a dx per sostare scomodamene al margine dx del tetto. 50 m, 5°, 6°, 6C, 4CF.
7) Traversare orizzontalmente a sx sotto il tetto, seguendo i vari chiodi e cordoni. Una cornice bassa permette di traversare senza particolari difficoltà, ma senza poter rinviare i chiodi. Conviene dunque stare alti, seppure su difficoltà maggiori. Si sosta alla fine del traverso su comodo terrazzino. 15 m, 6°, 6°+/A0, numerosi chiodi, 3CF.
8) Scalare la bella parete di roccia grigia appigliata soprastante, prima verso sx portandosi alla base di una fessura superficiale, quindi lungo la fessura stessa superando un difficile passo prima del suo termine. Sosta su comoda cengia. 30 m, 5°+, 6°, 3C, 2CF.
9) Traversare a sx per cengia esposta ma facile sostando dietro uno spigolo. 15 m, 2°, 2CF.
10) Salire in verticale lungo fessure superficiali ad un terrazzino alla base di un diedro giallo (sosta intermedia). Facendo attenzione ad alcuni passi su roccia malsicura portarsi nel diedro e sostare su piccolo terrazzino. 35 m, 5°+, pp 6°, 4C + sosta intermedia, 3CF.
11) Scalare il diedro verticale con passi strapiombanti, ma con buone prese. Sotto il tetto che lo chiude traversare a dx, doppiare uno spigolo e raggiungere una comoda cengia di sosta. 30 m, 6°+/A0, molti chiodi, 3CF.
12) Traversare a dx sostando dietro uno spigolo alla base di un muro di roccia grigia verticale. 10 m, 2°, 3CF.
13) In verticale, superare a sx un leggero strapiombo quindi riprendere una linea di fessure verticali di roccia ottima tendendo a sx verso una zona articolata, sostando in una picchietta sotto un muretto verticale. 50 m, 5°+, 5°, 5C, 2CF.
14) Superare il muretto e portarsi ad una cengetta sotto un muro verticale compatto. Lo si supera sfruttando un bel diedro verticale un po'a dx (sosta alla base). Uscire a sx ad una cornice (sosta, scomoda, inutile sulla placca; altra sosta sul margine sx della cornice) sotto una parete giallastra. Scalare la placca verticale ma con buoni appigli sopra la sosta (1C) traversare pochi metri a dx guadagnando una cengetta sormontata da un basso strapiombo. Sosta in una nicchia. 50 m, 5°, 5°+ sostenuto, 4C, 2CF.
15) Superare con difficile passaggio un pilastrino sopra la sosta (6°-) mirando ad 1C visibile pochi metri più in alto. Dal chiodo traversare orizzontalmente a sx una parete compatta con ottimi appigli portandosi alla base di un diedro giallo-grigio. Scalarlo interamente, superare lo strapiombo che lo chiude uscendo a sx su comodo terrazzo alla base di un diedro. 30 m, 6°- poi 5°, 5°+, 4C, 2CF.
16) Per rocce rotte (attenzione) in diagonale verso sx per una decina di metri, quindi appena possibile riportarsi sul fondo del diedro che si sale con bella arrampicata su roccia solida. Al suo termine uscire a dx e sostare all'inizio di una stretta cengia. 45 m, 4°+, pp. 5°, 1C, 2CF.
17) Traversare pochi metri e, da una sosta (2C) salire verticalmente pochi metri verso uno strapiombo che si evita per una breve fessura a dx che conduce ad una buona cengetta alla base di un muro di roccia grigia compatta. A dx è visibile uno diedro giallo chiuso da un tetto squadrato. 20 m, 4°, 2C, 2CF+1D.
18) Portarsi a dx nel diedro, salirlo (1C) fin sotto al tetto che si supera sfruttando la fessura rovescia che lo delimita alla base traversando pochi metri a dx, verso il suo margine (1CU e 1D). Seguire quindi un diedro giallastro che si risale fino ad una sosta. 30 m, 6°, 6°+/A0, 2CF.
19) Traversare a sx su cengia rocciosa, fino a raggiungere una zona con una fessura (1C). Salire il breve muretto e uscire in cengia, leggermente a sx si trova la sosta su chiodi. 20 m, 4°, 2CF.
Continuare per la cengia verso sx che consente di uscire facilmente dalla parete.
La continuazione della via fino alla sommità del Pilastro N è solitamente evitata a causa della roccia poco solida. In ogni caso le maggiori difficoltà terminano qui.
NB: dalla S18 è possibile uscire anche per l'ultimo tiro della via “KCF” che affronta il muro di roccia grigia prima con una diagonale quindi un netto traverso a sx (1C) che porta in centro parete. Seguendo una fessura superficiale che verso l'alta si articola in diedro si perviene alla cengia di S19. Arrampicata sostenuta in parete aperta su roccia compatta: 35 m, 5°+, 6°, alcuni chiodi.
Discesa:
Seguire la cengia con mughi abbassandosi per tracce e roccette in direzione del Sasso di Toanella. Ci si abbassa seguendo un sistema di cengette seguendo alcuni ometti. Sorpassato un canale e guadagnata una dorsale poco marcata abbandonare la cengia (possibile comunque seguirla interamente fino al suo termine, nel canale tra Rocchetta e Sasso di Toanella) e scendere per brevi balze friabili con andamento verso dx. Disceso uno stretto camino si perviene ad un terrazzo dove si rinviene con difficoltà una sosta di calata su 2CF e cordone piantati per terra. Con una CD di 30 m si atterra nel canale, spesso ingombro di neve fino a stagione inoltrata e che – a seconda delle condizioni – può presentarsi assai insidioso. Lo si discende interamente, superando due brevi interruzioni con brevi calate in doppia fino al suo termine quando si allarga a grande ghiaione. Per tracce di sentiero ci si ricongiunge al sentiero che porta alla forcella di Toanella e quindi al rifugio (ore 2-2.30 dalla cima).