ROCCHETTA ALTA DI BOSCONERO, m 2412
Spigolo Strobel (Spigolo NO)
Il profilo tagliente del pilastro N della Rocchetta Alta di Bosconero offre una delle architetture più imponenti ed eleganti di tutte le Dolomiti. Nonostante ciò l'attenzione alpinistica si concentrò su questa montagna solo dalla metà degli anni'60 quando una cordata degli Scoiattoli di Cortina vi aprì questo itinerario dischiudendo lo scrigno del Bosconero, luogo di rara bellezza e maestosità dove si trovano scalate di notevole rilievo.
Scalata magnifica per continuità, esposizione ed eleganza della linea che, sebbene non segua fedelmente il profilo dello spigolo, segue una logica e naturale successione di diedri e fessure in parete aperta offrendo un'arrampicata sostenuta e a tratti atletica. La roccia è ovunque da buona ad ottima, salvo pochi brevi tratti nei diedri gialli della parte centrale che presentando qualche blocco instabile. La via è ben chiodata alle soste e lungo i tiri, ed offre comunque ottime possibilità di integrazione con protezioni veloci. Comodi i punti di sosta. La discesa, seppure non difficile, richiede attenzione per il terreno esposto e dipende in larga parte dalle condizioni del canalone che divide il Sasso di Toanella dalla Rocchetta Alta che, se in presenza di neve dura diventa delicato.
Accesso: Dal Parcheggio ai lati del Lago di Pontesei prendere il buon sentiero (cartelli) che sale verso il Rifugio Casera Bosconero, posto in una deliziosa radura nel bosco ed in vista delle slanciate muraglie delle Rocchette (1h30 dalla strada). Seguire ora il sentiero in direzione della Forcella di Toanella. Usciti dal bosco si rinviene una traccia che stacca a dx verso i ghiaioni basali in direzione di un angolo chiuso tra lo spigolo NO della Rocchetta Alta e la Rocchetta Bassa. Si raggiunge quindi il basamento dello zoccolo, dove si attacca (0h30 dal rifugio).
Linea di salita : si svolge a destra dello spigolo verticale e a tratti strapiombante della Rocchetta, seguendo una linea di fessure e diedri evidente e diretta. Una volta raggiunta la cengia sommitale si prosegue per un marcato canale ad una forcelletta tra la Rocchetta vera e propria e la cima del Pilastro N (2309 m) dove inizia la discesa.
Salita:
Attaccare le rocce dello zoccolo seguendo una linea di canali e camini che si apre sul margine sx dello zoccolo seguendo il percorso migliore (possibile anche effettuare 2 tiri di corda: diff, II/III, pp. III+) pervenendo ad una zona appoggiata alla base della parete vera e propria. La prima sosta si trova in una nicchia soffittata (2C).
1) Superare il tettino sulla dx con passo atletico (VI-) quindi per rocce più articolate portarsi alla base di un evidente diedro nerastro. Salire interamente il diedro, prima sulla faccia destra, poi sulla fessura di fondo, con bella arrampicata (5C), fino al suo termine sul bordo di una larga cengia. 50 m, VI-, poi V, 3CF.
2) Seguire verso sx la cengia, sostando in prossimità dello spigolo. 40 m, I, 2CF .
3) Rimontare per rocce facili ad un terrazzino (altra sosta possibile, 2C) sotto una fascia di placche verticali incise da fessure. Salire fin sotto un tettino e da 1C traversare un paio di m a dx con movimento non banale (VI) quindi per fessure superficiali superare una parete verticale (V+, 4C) guadagnando una cornice sotto strapiombo dove si sosta. 50 m, V, V+, 1 p. VI, 3 CF.
4) Spostarsi 7 m a sx verso lo spigolo alla base di una larga fessura. Rimontarla, quando si allarga uscire a dx su placche (VI-, 2C) quindi rientrare nella fessura e più facilmente con bella arrampicata raggiungere una cengetta sotto un tetto. 35 m, V+, 1 p. VI-, 2CF.
5) Traversare a sx alcuni metri sotto il tetto superandolo dove esso è più basso ed offre buoni appigli. Salire in diagonale verso dx in direzione di una placca giallo nera (V+, 2C). Da un ch. con cordone traversare delicatamente a dx (VI) portandosi alla base di un diedro. Rimontarlo con bella ed impegnativa arrampicata, superando un passaggio impegnativo a metà (VI / VI+, p. VII-, molti chiodi) dopo il quale il diedro si allarga e approfondisce (sosta possibile, 2C con cordone). Continuare lungo il diedro qui simile ad un camino sostando su un terrazzino al suo termine, in prossimità di una larga cengia. 55 m, VI, VI+, p.VII-/A0 poi V+, 3CF.
6) Salire alla cengia e portarsi sotto un tettino. Superarlo sulla sinistra quindi tornare verso dx per cornice in direzione di una fessurina stretta di roccia scura. Superarla con bei movimenti ed arrampicata impegnativa (VI+, chiodi) e al suo termine uscire a dx su un buon terrazzino con erba alla base di un diedro giallastro. 35 m, V, VI, VI+, 3CF.
7) Scalare interamente l'impegnativo diedro, superando un primo tetto (VII o A0) e dopo un tratto più articolato un impegnativo strapiombo (VI+, dadi e friend incastrati) guadagnando la sosta su una scaglia alla base di un altro diedro. Tiro faticoso. 35 m, VI, VI+, 2 p. VII/A0, 3 CF.
8) Seguire il diedro soprastante, impegnativo all'inizio (VI, 1C); dopo pochi metri uscire a dx su rocce articolate ad un pulpitino (sosta intermedia, 2C). Entrare quindi in un ulteriore diedro di roccia gialla inciso da una stretta fessura di fondo, sfruttando la quale (2C) si raggiunge una piccola nicchia sotto un diedro-camino chiuso da un tetto squadrato. 35 m, V+, VI, 2CF.
9) Entrare nel diedro camino di roccia gialla un po' scagliosa e superarlo interamente spesso in spaccata fin sotto il tetto che lo chiude (VI+, 3C). Questo si evita a dx (VII- o A0, 2C) uscendo su un esposto terrazzino alla base di una fessura. 25 m, VI+, p. VII-/A0, 3CF.
10) Salire lungo la fessura, stretta e di roccia compatta all'inizio (p. VI) poi più profonda ed articolata. Si supera un piccolo strapiombo (V+, 2C), uscendo quindi a sx su una stretta cornice che si segue pochi metri. Salire ad un terrazzino alla base di una fessura in parete aperta, lasciando a destra un grande camino chiuso da tetti. 25 m, VI, V+, 3CF.
11) Seguire la fessura dall'andamento irregolare e, prima di un tetto che la chiude, traversare a sx doppiando uno spigoletto che nasconde una fessura più larga e parallela. Con bella scalata su roccia grigia e appigliata si guadagna una comoda cengia. Sosta in una nicchietta. 35 m, V,V+,1 p. VI, 2 CF.
12) Uscire dalla nicchietta con passo atletico su grosse prese (V) entrando in un diedro molto aperto. Salirlo sfruttando la fessura di fondo e, giunti sotto un grande tetto che lo chiude uscire a sx per rocce articolate. Rimontarle facilmente fino alla larga terrazza sommitale. 45 m, IV+, V, 4C, sosta su spuntoni.
In diagonale verso dx portarsi allo sbocco di due canaloni. Prendere quello di destra che termina in alto ad una forcelletta. Si superano roccette verticali all'inizio (p. III+) poi più appoggiate ma sporche di detrito. Proseguire sul fondo del canale (un po' friabile, II, ometti) sbucando alla forcelletta che lo origina (120 m dall'uscita della via).
Discesa: seguire una cengetta a dx in direzione del Sasso di Toanella. Ci si abbassa seguendo un sistema di cengette alternate a brevi salti di roccia e mughi, seguendo i numerosi ometti su terreno a tratti esposto e roccia poco salda. Si supera un tratto verticale con l'ausilio di una corda fissa, quindi si prosegue lungo la cengia, più larga ed agevole verso dx fin quando essa muore nel canale aperto tra Rocchetta Alta e Sasso di Toanella. Il canale è spesso ingombro di neve fino a stagione inoltrata e – a seconda delle condizioni – può presentarsi assai insidioso. Lo si discende interamente, superando due brevi interruzioni con brevi calate in doppia fino al suo termine quando si allarga a grande ghiaione. Per tracce di sentiero ci si ricongiunge al sentiero che porta alla forcella di Toanella e quindi al rifugio (ore 2-2.30 dalla cima).