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PUNTA EMMA
Via Steger

relazione: Luca Zanchi e Manlio Schioser, salita del 27/8/2021

Primi salitori: H. Steger, P. Wiesinger, 1929
Sviluppo: 360 m + 150 m alla vetta

Difficoltà massima: V, p. V+
Tempo previsto: 4- 5 h
Roccia: ottima
Materiale: NDA

 


 

 

 

 


PUNTA EMMA, m 2617

Via Steger (parete SE)

Via ritenuta non a torto la classica di Punta Emma, aperta da illustri sestogradisti quale la coppia Steger – Wiesinger. Salita stupenda, elegante ed esposta, capace di regalare soddisfazione a chi la percorre. L'arrampicata vera e propria e le difficoltà si concentrano nei tre tiri centrali (la rampa iniziale e la risalita della calotta sommitale sono alquanto semplici): buone protezioni in loco e roccia super consentono comunque di apprezzare i singoli passaggi. L'esposizione favorevole, sud-est, consente la salita anche in tarda stagione: la parete è al sole sin dal primo mattino.

Accesso:

Punto di partenza dell'itinerario è la conca di Gardeccia. Dall'estate 2019 non è più raggiungible mediante il servizio navetta dalla Val di Fassa. I possibili approcci ora sono:

•  Funivia Ciampedie da Vigo di Fassa che porta velocemente all'omonima località con vista favoloso sul Catinaccio e Dirupi di Larsech; da qui vi si arriva con il sent. 540 (ore 0.40);

•  Seggiovia Vajolet da Pera di Fassa prendendo i primi 2 tronconi arrivando a Pian Pecei, proseguengo per il sent. non numerato “Delle Leggende” (ore 0.40). Prendendo anche il 3° troncone si arriva a Ciampedie;

•  Risalendo la Val Vajolet per il sent. 546 usufruendo del servizio navetta che giunge poco più a monte dell'abitato di Muncion (ore 1.30).

Dal Gardeccia si prende il sent. 546 verso le Porte Neigre arrivando ai rifugi Vajolet e Preuß (ore 0.40). Dai rifugi si intuisce già l'attacco posto all'inizio dell'evidente rampa obliqua da dx verso sx che incide la perete sud-est della Punta Emma. La si raggiunge risalendo brevemente il sentiero 542 verso il rifugio Re Alberto I e tagliando a sx verso la parete (10 min. dai rifugi, ore 1.30 – 1.40 in tutto).

Salita:

L1: salire la semplice rampa prima all'interno e poi sulla costola di sx. Sosta su chiodo o uno dei tanti spuntoni presenti. 45 m; 2°, 3°+; CF.
L2: continuare a salire la non difficile rampa con percorso non obbligato giungendo ad una zona più appoggiata caratterizzata da diversi chiodi di sosta. 45 m; 3°, 2°; 4CF.
L3: si traversa a sx per una decina di metri puntando ad un evidente diedro grigio (2C alla base). Lo si sale direttamente nel fondo oppure utilizzando la placca a sx posta a metà diedro. Appena possibile uscire verso sx e sostare su di un terrazzino; non continuare oltre dove il diedro diviene giallo. Sosta su due chiodi. 45 m; 2°, 4°, 2°; 2C, 2CF.
L4: traversare facilmente a sx oltrepassando un grosso spuntone. Oltre questo risalire un breve caminetto formato da un pilastrino staccato (chiodo). Sostare sulla sua sommità sostando su due spit nuovi. Presente anche più in basso la vecchia sosta su clessidra e chiodo. Si è sotto la ripida parte centrale della via, all'inizio delle difficoltà vere e proprie. 25 m; 3°, 4°-; 1C, 2SF+1CLF+1CF.
L5: salire per 5 metri la compatta parete verticale sopra la sosta puntando un chiodo già visibile da sotto. Traversare quindi verso dx alla stessa altezza trovando 2 chiodi di cui uno con cordone. Oltre questo scendere ad una nicchia (passo esposto ma reso facile da un'ottima maniglia all'interno della nicchia) e sostare un paio di metri oltre su due spit. 15 m esatti; 4°, 1p. 5°, 4°-; 3C, 2SF+2CF.
L6: tiro molto bello e continuo. Traversare in diagonale verso dx con passo molto esposto e scomodo oltre la fessura appena a dx della sosta (chiodo). Cominciare ora a salire in verticale (chiodo dopo pochi metri), puntando ad una fessura gialla sotto gli strapiombi (2 chiodi appaiati e nut incastrato). Dove la fessura muore sotto gli strapiombi traversare verso dx per placca verticale molto esposta ma con ottime prese (p. 5°+, 1C) giungendo in breve alla sosta. 27 m; 4°+, 5°; 5C, 2SF+2CF.
Il tiro descritto qui è quello attualmente in uso. La via originaria, trovati i due chiodi appaiati, saliva pressoché dritta con difficoltà di 5°+ arrivando comunque alla stessa sosta qui descritta.
L7: altro tiro molto bello e continuo; fantastici i movimenti sulla placca. traversare 3 metri a dx e salire, appena oltre il dente dello strapiombo, in verticale mediante una lama formata da un masso staccato (5°+, 2C). Salire quindi per placca verticale ed esposta con andamento leggermente a sx (5°+, 2C), difficile ma con ottimi appigli. Puntare ad una fessura superficiale verticale (5°, 2C) e da questa in breve alla sosta. 25 m; 5°, 5°+, 5°; 2SF.
L8: traversare verso sx per 15 metri passando una clessidra e un chiodo cementato con anello posto sotto un diedro giallastro. Non salirlo ma continuare per salire il diedro grigio formato da rocce non a prima vista solide (1C a metà). Sosta alla fine del diedro su clessidra non molto solida. Qui sono finite le vere e proprie difficoltà. 35 m; 3°, 4°+; 1CLF.
L9: continuare per il canale appena sopra la sosta tendendo leggermente a dx. Sosta su uno dei tanti spuntoni. Attenzione a non smuovere sassi in quanto arriverebbero 300 metri più sotto sugli escursionisti che salgono ai rifugi. 50 m; 2°, 3°.
L10: Salire con la stessa drittura del tiro precedente, grossomodo in verticale, sostando su di uno spuntone a sinsitra di una forcellina posta in cima ad un canale. In ogni caso è possibile salire a piacere un po' ovunque. 50 m; 2°, 3°.
L11: da qui ci si può slegare per risalire le facili rocce che conducono alla cima stando leggermente a sx della cresta; tracce di passaggio. 150 m; 2°, 1°.

Discesa:

Dall'ometto di vetta seguire verso Nord-Ovest la cresta puntando verso il rif. Re Alberto I. Per tracce ed ometti scendere per circa 40 m di dislivello con alcuni brevi passi di arrampicata (2°).
Costeggiando il bordo del canalone prendere una rampa nascosta a sx oltre lo spigolo, segni di passaggio. Scendere con molta attenzione (esposto) per 15 m fino ad un chiodo cementato (p. 3°). Qui con doppia di 25 m si giunge nel canalone appena sotto la forcella tra la Punta Emma ed il Catinaccio.
Seguire in discesa il canale evitando sulla sx un salto fino al sottostante sent. 542. Per questo ai rifugi Vajolet e Preuß (ore 1 dall'uscita della via). Per il percorso dell'andata fino alla stazione della funivia o della seggiovia (ore 1 dai rifugi, ore 2 in totale).

GALLERIA FOTOGRAFICA (foto Luca Zanchi)

Punta Emma
Steger - rampa iniziale
Punta Emma
Steger - tiro 3
Punta Emma
Steger - tiro 4
Punta Emma
Steger - tiro 5
Punta Emma
Steger - tiro 5
 



 

 

 

 

 

 

 

SITI GEMELLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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