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PUNTA EMMA
Via Fedele

relazione:Luigi Fabbri, Luca Zanchi, salita del 13/10/2019

Primi salitori: F. Bernard, G. Masè Dari, 16 luglio 1929
Sviluppo: 250 m + 90 m per la cima

Difficoltà massima: 4°+, pp. 5°-
Tempo previsto: 4h
Roccia: molto buona
Materiale: NDA

 

 

 


 

 

 

 


PUNTA EMMA, m 2617

Via Fedele (parete SE)

Itinerario classico del gruppo del Catinaccio per bellezza dell'ambiente e per logicità. La Punta Emma è considerata la montagna di casa dei rifugi Preuß e Vajolet in quanto si arrampica praticamente sopra i tetti di questi ultimi. La via è alquanto varia; vi si possono trovare tutte le caratteristiche dell'arrampicata dolomitica: diedri, placche, fessure e camini. Chiodatura classica, soste predisposte (alcune con fix), buona possibilità di integrare e roccia generalmente molto buona, ne completano le caratteristiche. L'esposizione favorevole consente la salita anche in tarda stagione (la parete è al sole sin dal primo mattino).
Come per tutte le altre vie della Punta Emma dei versanti E e SE, anche questa termina all'inizio della calotta sommitale. I primi 3 tiri dell'itinerario qui descritto sono in realtà una variante più diretta ed interessante che rende omogenee le difficoltà e più completa la salita. La via originaria attacca più a sinistra rispetto all'attacco qui descritto.
Una particolarità riguarda il nome di questa cima: la Punta Emma fu salita nel 1899 da Tita Piaz con Emma della Giacoma, cameriera del rifugio Vajolet, al quale la famosa guida fassana dedicò l'inviolato torrione.

Accesso:
Punto di partenza dell'itinerario è la conca di Gardeccia. Dall'estate 2019 non è più raggiungible mediante il comodo servizio navetta dalla Val di Fassa. I possibili approcci ora sono:

  • Funivia Ciampedie da Vigo di Fassa che porta velocemente all'omonima località con vista favolosa sul Catinaccio e Dirupi di Larsech; da qui vi si arriva con il sent. 540 (ore 0.40);
  • Seggiovia Vajolet da Pera di Fassa prendendo i primi 2 tronconi arrivando a Pian Pecei, proseguengo per il sent. non numerato “Delle Leggende” (ore 0.40). Prendendo anche il 3° troncone si arriva a Ciampedie;
  • Risalendo la Val Vajolet per il sent. 546 usufruendo del servizio navetta che giunge poco più a monte dell'abitato di Muncion (ore 1.30).

Dal Gardeccia si prende il sent. 546 verso le Porte Neigre arrivando ai rifugi Vajolet e Preuß (ore 0.40). Si intuisce già alla sinistra la larga cengia che taglia tutto il versante Est della Punta Emma. La si raggiunge risalendo brevemente il sentiero 542 verso il rifugio Re Alberto I e tagliando a sinistra verso la parete. Seguire la cengia finchè si giunge in vista del canalone che separa la Punta Emma dalla grande parete del Catinaccio. Sopra di noi si vede il marcato diedro dove passa la via (15 min. dai rifugi, ore 1.30 – 1.45 in tutto).

Salita:
L1: salire la paretina sopra l'attacco per prendere una rampa obliqua verso dx (1C). Un passo un po' più difficile (4°+, 1C), conduce ad un terrazzino alla base del diedro regolare visibile sin dall'attacco. 30m, 4°, 4°+, 4°; 2C, 2CF.
L2: salire l'evidente diedro con alcuni passaggi più impegnativi. 25m, 5°-, 4°; 2C, 2CF.
L3: si continua alcuni metri lungo il diedro per poi seguire facili rocce a dx verso un arrotondato spigolo di rocce rotte. Lo si risale stando a sinistra di una grande placca, prendendo una fessurina superficiale (1C) che va risalita fino alla sosta posta su di un terrazzino. 40m, 3°+, 4°, p. 4°+; 1C, 3CF con cordoni.
L4: aggirare facilmente a dx la bassa paretina sopra la sosta (1C) mirando poi ad una grossa lama sporgente. Risalire un diedro nero molto aperto (5°-, 1C) lungo una fessurina superficiale. Prima del suo termine (1C) uscire verso sx ed in breve alla sosta. 25m, 3°, 4°+, 5°-; 3C, 1CF+1CLF.
L5: traversare brevemente a sx (2C, possibile sosta alternativa ma su roccia rotta), obliquare poi a sx per vaga rampa (1C) mirando alla colata nera che scende dal camino di uscita ora più vicino e visibile. 25m, 3°, p. 4°; 1C, 3C+1CN.
L6: salire la placca nera sopra la sosta (4°+) grazie ad una bellissima lama (1C). Sopra questa andare in diagonale a dx fino ad arrivare all'altezza di un piccolo strapiombo giallo (1C). Traversare a sx per 5 m in bella esposizione (5°-, 2C) lungo il margine dello strapiombo; passaggio scomodo ma ben ammanigliato. La sosta è posta 4 m in verticale rispetto la fine del traverso su di un comodo terrazzino. 20m, 4°+, 5°-; 4C, 2CF.
L7: continuare per il diedrino sopra la sosta fino alla base del camino di uscita. Risalirlo (4°, 1C+1CL) per circa 20 m fino a sostare su di un terrazzino sulla faccia sx del camino. 35m, 4°, 4°+; 1C, 1CL; 2CF.
L8: risalire il camino fino alla sua fine, passo un po' più difficile all'inizio (4°+, 1C), poi più semplice. Sostare a piacere in uno dei tanti spuntoni presenti lungo il colatoio ormai alla fine della via vera e propria. 40m, 4°+, 4°, 1C, 1 CL; sosta da attrezzare su spuntoni.
uscita: senza via obbligata risalire slegati per canalini e sfasciumi seguendo i rari ometti fino all'ampia vetta proprio di fronte alle Torri del Vajolet. 150m, 1°, 2°.

Discesa:
Dall'ometto di vetta seguire verso Nord-Ovest la cresta puntando verso il rif. Re Alberto I. Per tracce ed ometti scendere per circa 40 m di dislivello con alcuni brevi passi di arrampicata (2°).
Costeggiando il bordo del canalone prendere una rampa nascosta a sx oltre lo spigolo, segni di passaggio. Scendere con molta attenzione (esposto) per 15 m fino ad un chiodo cementato (p. 3°). Qui con doppia di 25 m si giunge nel canalone appena sotto la forcella tra la Punta Emma ed il Catinaccio.
Seguire in discesa il canale evitando sulla sx un salto fino al sottostante sent. 542. Per questo ai rifugi Vajolet e Preuß (ore 1 dall'uscita della via). Per il percorso dell'andata fino alla stazione della funivia o della seggiovia (ore 1 dai rifugi, ore 2 in totale).

 



 

 

 

 

 

 

 

SITI GEMELLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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