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PIZ DA LECH DE BOÈ
Via Castiglioni-Detassis

relazione: Luca Zanchi e Manlio Schioser , 21/8/2022

Primi salitori: Ettore Castiglioni, Bruno Detassis, 1935
Sviluppo: 260 m

Difficoltà massima: IV, p. V
Tempo previsto: 3h
Roccia: ottima
Materiale: NDA

 

 

 


 

 

 

 


PIZ DA LECH DE BOÈ, m 2908

Via Castiglioni-Detassis (parete S)

Altro esempio dello stile di apertura della celeberrima cordata Castiglioni – Detassis: bella parete e bell'ambiente, roccia ottima, arrampicata in camino, estetica e piacevole lungo i punti deboli della parete. Per caratteristiche molto simile alla via aperta dalla stessa cordata sul vicino Sasso delle Nove nello specifico e, in generale, in svariati contesti dolimitici. Per comodità di accesso (se si utilizzano gli impianti di Corvara), brevità dell'avvicinamento e della discesa, rappresenta un'ottima via per mezze giornate o a fine stagione. La via è comunque da prendere in considerazione solo con condizioni asciutte: dopo pioggie il camino mediano diventa un vero e proprio colatoio mentre, sorprendentemente, il camino finale invece rimane più asciutto.

Avvicinamento: dall'arrivo della seggiovia del Vallon, (a breve distanza dal Rifugio Kostner) raggiungibile tramite gli impianti di Corvara (ovovia Boè + seggiovia del Vallon) oppure a piedi dal Passo Campolongo in circa 2 ore, si prende la traccia che porta alla Ferrata del Piz da Lech.
Si risale la ferrata per una ventina di metri per uscire a sx verso l'intuibile grande cengia alla base della parete del Piz da Lech de Boè. Si segue la cengia sotto gli aggentanti strapiombi sino alla rampa grigia attacco della via, unico evidente punto debole della parete. 30 minuti.

Salita:
L1: salire la rampa grigia in diagonale da sx verso dx senza particolari difficoltà rinvenendo la sosta alla base di una parete verticale dove la rampa muore. 35 m; 3°; 2CF.
L2: traversare 5 metri a sx (ometto) e risalire il breve camino (4°, 1C alla base + 1 CL). Oltre questo si è sulla grande cengia che sovrasta lo zoccolo. La si percorre facilmente verso sx (CL) per sostare molto comodamente alla base di uno scolo con roccia nera quasi in prossimità dello spigolo; in alto a dx si vede nitidamente il profondo camino, continuazione della via. 40 m; 4°, I; 1C, 1CL, 1CF.
L3
: si punta al predetto camino entrandovi (1C) e risalendolo nel fondo fino alla sosta su di un comodo terrazzino. 35 m; 3°; 1C, 2CF.
Nel caso in cui il camino sia particolarmente bagnato per percolamento dall'alto di acqua (come durante la nostra ripetizione) è possibile seguire una variante evidentemente in uso, in quanto attrezzata, che risale rocce decisamente più asciutte. Anziché entrare nel camino, giunti all'altezza del chiodo si salgono a dx delle rocce gradinate rinvenendo poco dopo una sosta (2C). Si vince di forza un passo verticale appena sopra questa (4°+, 1C sulla dx oltre il passaggio) per poi ritornare a sx verso il camino, rinvenendo la sosta descritta nel tiro 3. Possibilità di spezzare il tiro alla sosta con i due chiodi. 45 m; 3°, 4°+, 3°.
L4: proseguire in verticale sopra la sosta risalendo la placca compatta, parte dx del camino, che più in alto si chiude divenendo fessura (IV-, 2C). Per rocce più facili si giunge su di un terrazzino terroso dove si sosta. 25 m; 4°-, III+; 2C, 2CF.
L5: traversare verso sx con notevole esposizione (3°+) ma ben protetti (1CL + 2C) per entrare nel camino che segna la seconda parte della via. Dopo una decina di metri verticali ma piacevoli (4°-) si sosta 5 metri sotto ad un masso incastrato che chiude il camino. 30 m; 3°+, 4°-; 1CL, 2C, 1CF+1CLF.
L6: salire il camino ed infilarsi nel piccolo pertugio tra il masso incastrato ed il camino (sembra piccolo ma si passa). Oltre con piacevole arrampicata preferibilmente all'esterno del camino (2C di sosta e 1 CL) si sosta comodamente su di un terrazzino. Per la sosta è presente una clessidra in basso da rinforzare con chiodi o clessidre formate da massi incastrati in una fessura appena sopra il terrazzino. 30 m; 3°+, 4°-; 2C, 2CL, 1CLF.
L7: tiro chiave. Si continua nel camino ora molto aperto (4°) superando dopo facili rocce dapprima una parete verticale (passo di 5°, meglio stare sulla sx, 2C) per poi traversare a dx per strapiombino ammanigliato (4°+) fino ad una comoda cengia caratterizzata da un grosso spuntone sulla dx. 20 m; 4°, 5°, 4°+; 2C, 2CLF.
L8: salire lungo il camino (3°) oppure più esposti sulla verticale della sosta (più verticale). Superata una strozzatura si risale con bella arrampicata tutto il camino (1C) uscendo sul limite della terrazza sommitale del monte. Sosta da attrezzare su spuntoni. 40 m; 3°+, 4°-, 3°; 1C.

Discesa: dall'uscita della via vi sono due possibilità: prendere verso dx la traccia che porta alla Ferrata del Piz da Lech che in un'ora riporta al Rifugio Kostner; salire verso sx la traccia che esce dalla Ferrata arrivando in 15 minuti alla cima del Piz da Lech de Boè (vista favolosa, consigliata). Se si sceglie la seconda opzione la discesa avviene comodamente lungo il sentiero 646 per dolci risalti rocciosi ed infine un breve salto di rocce attrezzato con pioli metallici (1 ora dalla cima al Rifugio Kostner).



 

 

 

 

 

 

 

SITI GEMELLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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