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JOF DI MONTASIO
Cresta Ovest

relazione:Raffaello Patat, salita del 24/7/2013

Primi salitori: M. Callegarin, L. Rossi e D. Picilli, 16 giugno 1996
Sviluppo: 415 m
Difficoltà complessiva: AD
Difficoltà massima: 4°
Tempo previsto: 3 ore
Roccia: discreta, a tratti buona, a tratti con detriti e pietre instabili
Materiale: friend, cordini, alcuni chiodi (via disattrezzata)

 

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JOF DI MONTASIO, m 2753

Cresta Ovest

Percorso estremamente logico e di facile individuazione; sale infatti sulla cresta sommitale seguendo fedelmente la cresta ovest che ha inizio proprio dalla porta del Bivacco Suringar. Il tracciato, che si svolge in ambiente grandioso e panoramico, propone roccia prevalentemente discreta, a tratti buona, che necessita attenzione in certi tratti con detriti e rocce instabili; sullo stesso sono totalmente assenti attrezzature, è necessario allestirsi autonomamente le soste e i punti di sicurezza per la progressione, quest'ultimi facilmente con friend medi e piccoli, mentre per le soste sono utili alcuni chiodi, anche se per la maggior parte delle soste sono utilizzabili spuntoni. Oltre all'ambiente ed al panorama circostante, sul tracciato si incontra un foro sulla roccia a forma di asso di picche ed un arco roccioso sul quale si transita.

Accesso:
Dall'Altopiano del Montasio, m 1502, raggiungibile in auto da Sella Nevea, seguire il sentiero che, passando per il vicino Rifugio Di Brazzà (m 1660) conduce a Forcella dei Disteis, posta a sx dell'attacco della via normale (q. 2201). Salire lungo il sentiero che prosegue in direzione della grande cengia fino a raggiungere, con qualche tratto esposto, il Bivacco Suringar (2430 m). Meno di 3 ore dal parcheggio.

Salita:
1)
•  Dalla porta del bivacco alzarsi brevemente sulle rocce verso dx (2°), quindi, verso sx, per un sistema di fessure e portarsi sul filo della cresta che incombe sul bivacco stesso. Seguire verticalmente il sistema di fessure (3°) nei pressi del filo della cresta che propone risalti intervallati da terrazzini detritici, fino a giungere ad una decina di metri dalla base di una placca liscia. 60 m; 2°, 3°.
2)
•  Innalzarsi verso la placca liscia (2°) e superarla nella parte centrale ove presenta una fessura superficiale (3°+), raggiungendo un terrazzo detritico, ove la cresta perde verticalità. Proseguire su balze rocciose (2°) fino ad un successivo terrazzo detritico. 55 m; 2°, 3°.
3)
•  Proseguire lungo la cresta, in questo tratto piuttosto adagiata (2°) e con tratti detritici intervallati da qualche breve saltino roccioso fino ad un ottimo punto di sosta ad una decina di metri da un risalto di roccia giallastra apparentemente sfaldato. 55 m; 2°.
4)
•  Portarsi alla base del risalto (2°) che si supera direttamente lungo una fessurina (3°) posta al centro, uscendo su rocce instabili su un ripiano detritico; proseguire lungo la cresta (2°) di nuovo adagiata, fino ad un posto di sosta in vista del risalto finale alla base del quale vi è un arco naturale e di un foro sulla sinistra a forma di asso di picche. 55 m; 2°, 3°.
5)
•  Innalzarsi in direzione dell'arco naturale, superando un risalto roccioso che presenta in alto un tratto di rocce friabili ed instabili (3°), raggiungendo l'arco naturale, sul quale si transita sopra fino alla base di un torrioncino solcato sulla destra da un diedro superficiale. 55 m; 2°, 3°.
6)
•  Salire in direzione del diedro superficiale (4°) su un tratto inizialmente friabile; imboccare il diedro, tenendosi preferibilmente a destra su roccia buona (4°) e, dopo ca. 20 m uscire su rocce più adagiate (3°), proseguendo sul filo di cresta su difficoltà limitate (2°), fino a raggiungere un punto di sosta su un terrazzino detritico. 55 m; 4°, 3°, 2°.
7)
•  Procedere sempre sul filo di cresta (2°) su roccia friabile e con detrito fino a raggiungere il sentiero proveniente dal Canalone Findenegg sulla cresta sommitale ovest. 80 m; 2°.

Seguire il sentiero verso sx innalzandosi facilmente lungo la cresta ovest fino alla cima che si raggiunge in pochi minuti.

Discesa:
La discesa non è difficile e segue integralmente la Via Normale (o Via Di Brazzà), ben segnata e attrezzata in alcuni punti. Si segue integralmente la cresta orientale senza possibilità di errore, superando alcuni brevi salti (pp. 1°).
Una volta arrivati in prossimità della Forca Verde è possibile piegare a dx in direzione della famosa Scala Pipan. Questa variante, attrezzata, permette di superare con un'ardita scala metallica un salto verticale ed esposto di 60 m ca, abbreviando il percorso originale. Ci si abbassa con cautela (attenzione a non smuovere sassi) seguendo i cavi fino a raggiungere la scala che deposita, dopo un ultimo risalto attrezzato con cavi e staffe, sul ghiaione alla base della parete. Riprendere le traccia (pp.1°) che riporta alla Forca Disteis, m 2201, e da qui, seguendo a ritroso il percorso dell'andata, ai Piani (ore 2,30 dalla vetta).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SITI GEMELLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CORREZIONI ed AGGIORNAMENTI

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