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JALOVEC
Horn
relazione: Raffello Patat, salita estate 2020
Primi salitori: F. Horn, 1 agosto 1909
Sviluppo: 600 m
Difficoltà massima: IV+ e A0
Tempo previsto: 5h
Roccia: buona con tratti friabili
Materiale: NDA
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JALOVEC, m 2643
Horn (Parete N)
Straodinaria per intuito, logicità e anche difficoltà, considerando che è la prima via della parete, aperta in solitaria nei primi anni del 1900. Percorso assolutamente di interesse storico, ma comunque divertente e grandioso, in ambiente molto suggestivo in mezzo alla parete ben visibile dal Rifugio Tamar. L'avvicinamento ed il rientro lungo il canalone infieriscono sulla fatica dell'ascensione, svolgendosi per buona parte su terreno detritico particolarmente scomodo.
La salita si svolge su roccia discreta con tratti che richiedono una attenta valutazione sulla tenuta della roccia. Il tratto chiave, probabilmente franato successivamente alla prima ascensione, presenta difficoltà sostenute, agevolate da diversi chiodi ed un cordino per azzerare. Molto suggestivo il tratto prima dell'uscita sul tetto dello Jalovec, attraverso un ampio foro naturale visibile solamente percorrendo la via.
Il percorso è sufficientemente attrezzato a chiodi sui passaggi più difficili e lungo l'intero percorso; le soste sono tutte attrezzate con due/tre chiodi.
Avvicinamento: dal Rifugio Tamar (1.108 m) seguire il sentiero che lungo l'ampio vallone conduce alla cima dello Jalovec. Dopo un tratto piuttosto faticoso, su terreno detritico insidioso, mirare al margine sinistro della parete, ove questa scende più in basso, al margine destro del canalino solitamente innevato. L'attacco è situato circa 80 metri più a destra rispetto al punto ove la parete scende più in basso, in corrispondenza di un evidente canalino di rocce rotte. 3h30.
Salita:
1) Salire lungo il canalino di rocce rotte fin sotto un masso incastrato (40 m; II+; 1CF).
2) Superare la strozzatura (III) e proseguire per rocce inclinate, dove il canale si allarga. Salire le rocce sulla destra, superando lisce placchette. Giunti ad un risalto verticale, traversare a sinistra su esile cornice raggiungendo una terrazza di rocce chiare (60 m; III; 2CF).
3) Dalla terrazza partono due distinte cenge, una pianeggiante ed una in salita; seguire la cengia pianeggiante verso sinistra (II), fino a raggiungere il fondo di un evidente camino. È' anche possibile seguire la cengia in salita (2 tiri di corda IV pass- IV+; 3C), congiungendosi all'uscita del camino stesso (60 m; II; 2CF).
4) Salire il camino (III) dalle pareti lisce fino ad uscire su di una conoide detrtitica ai piedi della Kegljisce (40 m; III; 3CF).
5-6) Proseguire in salita verso destra lungo l'ampia terrazza detrtitica denominata Kegljisce per circa 100 metri, avvicinandosi alla base della pareti di margine superiore, nei pressi di balze rocciose intervallate da cenge che portano verso sinistra.
7) Innalzarsi in obliquo sulle balze (II) e senza via obbligata dirigersi verso sinistra, fino a raggiungere un evidente camino (40 m; 2CF).
8) Salire il camino (III) raggiungendo una nicchia con strozzatura del camino stesso (30 m; III; 2CF).
9) Superare la strozzatura (IV) e raggiungere rocce appoggiate (III), che si seguono verticalmente (III) fino ad incontrare una rampa obliqua ascendente verso sinistra, nei pressi di una nicchia grigio-giallastra (40 m; IV, poi III; 1CF).
10) Percorrere la rampa obliqua verso sinistra, su roccia liscia e compatta (III; 1C), fino a quando la rampa si trasforma in diedro quasi verticale, in corrispondenza di 3C (ev. sosta). Ignorare la sosta ed abbandonare la rampa, imboccando a sinistra una cengia dal fondo roccioso, ma con detrito, che aggira uno spigoletto e si dirige verso un profondo canale; pochi metri dopo sostare sulla cengia (45 m, III; 1CF).
11) Proseguire ancora lungo la cengia (II) raggiungendo il profondo canale dominato dalla enorme e caratteristica caverna scura visibie anche dal basso; salire il fondo detritico del canale fino alla base della caverna (60 m; II; 1CF).
12) Salire le rocce bianche del margine sinistro della caverna (III), superare un breve passaggio verticale (IV; 1C) e proseguire su roccette più agevoli (II; 1C), in obliquo verso sinistra in direzione di un intuibile diedro (camino Horn), fino a raggiungerne la base (50 m; III, p. IV, poi II; 2CF).
13) Il diedro si presenta inizialmente strapiombante su rocce giallastre; superare i primi metri faticosi aiutandosi (A0; 3C) con un cordino appeso ai chiodi infissi; entrare nel diedro soprastante (IV+; 1C) e raggiungere la base di un successivo diedrino verticale (20 m; A0, poi IV+; 2CF).
14) Superare il diedrino verticale (IV+) raggiungendo la prosecuzione del diedro che in altro si presenta strapiombante e con roccia apparentemente inaffidabile; piegare decisamente a destra su una cengia che consente di aggirare lo strapiombo della parte finale del diedro, e con arrampicata delicata (III), facendo attenzione alla roccia non particolarmente solida, si raggiunge un terrazzo roccioso alla base di un muretto verticale (30 m; IV+, poi III; 2CF).
15) Superare direttamente il muretto (IV) e raggiungere una cengia orizzontale che si segue verso sinistra per rientrare sulla linea del “camino Horn” ove si giunge facilmente ad un catino detrtitico, in vista del grandioso foro naturale (non seguire i chiodi che indirizzano obliquamente in alto, visto che un recente crollo non consente un comodo ingresso nel catino) (50 m; IV, poi III e II; 2CF).
In questo punto, viste le basse difficoltà, è possibile procedere slegati, transitando all'interno dell'ampia finestra naturale che consente di uscire sul tetto dello Jalovec. Senza via obbligata, cercando i passaggi migliori, proseguire su balze rocciose e detrtiti, raggiungendo la cima (II).
Discesa : La discesa avviene lungo la via ferrata segnalata, che scende sul versante nord e raggiunge il Kotovo Sedlo, quindi si prosegue lungo il sentiero nel vallone principale rientrando in Val Planica attraverso il Rifugio Tamar. 3h30 dalla cima.
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