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CIMA ORIENTALE DI VALBONA
Spigolo Dülfer

relazione: Emiliano Zorzi, salita del 8/8/2017

Primi salitori: H. Dülfer, F. Schaardschimdt, F. Schroffenegger, 8 agosto 1912
Sviluppo: 300 m + 180 m di zoccolo e 0h30 di cresta finale

Difficoltà massima: 5°
Tempo previsto: 5 – 6 ore fino all'inizio della discesa
Roccia: buona con qualche tratto friabile
Materiale: NDA

 

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CIMA ORIENTALE DI VALBONA , m 2705

Spigolo Dülfer (Spigolo NO)

Via interessante dal sapore antico, che si svolge lungo l'estetico pilastro ben in vista dell'idilliaco Rifugio Bergamo.
Il tratto centrale del percorso, che corrisponde alla via vera e propria, si volge in bella esposizione su roccia buona, ricercando i punti deboli della parete che vanno scoperti tiro dopo tiro. La parte iniziale è invece un facile zoccolo di buona roccia mentre, una volta usciti dalle difficoltà, bisogna percorrere una lunga cresta di roccette e detriti fino al punto in cui inizia la discesa, poco sotto la vetta vera e propria della Valbona Orientale.

Accesso:
Dal Rifugio Bergamo si sale per 5 min. per il sentiero che porta al Passo Principe. Poco prima del breve tratto con corde metalliche si scende a dx per la traccia nell'erba che porta in 2 min. al sottostante fondo della valle-gola percorsa dal torrente. Oltre il torrente iniziano le rocce del'ampio zoccolo inclinato che sostiene il pilastro della Valbona Orientale. Si attacca dove le rocce sono più facili e detritiche (in genere presente qualche ometto). 10 min. dal rifugio.

Salita:
1)
•  Lo zoccolo si scala senza percorso obbligato e bisogna puntare alla base del pilastro-spigolo dove questo inizia ad ergersi verticale, sul margine dx delle rocce gialle e sulla cresta oltre la quale si trova l'orrida gola che divide la Valbona Orientale dalla retrostante Grande Valbona.
Ad ogni modo indicativamente, dall'attacco si obliqua a dx per roccette con detrito per ca. 30 m fino ad una ben visibile nicchia circolare con l'interno biancastro (1°). A dx della nicchia si sale un breve tratto verticale di roccia a volte umida (p. 3°; possibile stare anche più a dx), sopra il quale si prende a obliquare e traversare decisamente verso dx (30-40 m, 2°) fin dove le rocce divengono più accessibili ed articolare. Qui si sale a piacere (conviene comunque tendere a dx verso la cresta oltre la quale c'è la profonda gola) verso la base dello spigolo, che si raggiunge ad un piccolo intaglio che guarda l'orrida gola (1CF). 180 m; 2°, p. 3°.
2)•  A sx della selletta si sale per buona roccia (2C) ad imboccare un caminetto a sx di un pilastro addossato allo spigolo (4°, p. 4°+, 1C in cima). Superato il camino si prosegue per la logica continuazione (3°) tendendo leggermente a dx fino ad un terrazzino con sosta. 30 m; 4°, p. 4°+; 3C, 3CF vecchi e da controllare.
3)
•  Si scala la parete verticale partendo qualche metro a sx della sosta. Dopo una decina di metri di muro verticale ed esposto con begli appigli (5°-), il terreno diviene più agevole e tenendo verso dx si raggiunge una nicchia con sosta. 25 m; 5°-, poi 3°; 3CF.
4)
•  Si vince il breve muretto a dx della sosta (1C in alto a dx, ev. rinviare molto lungo) e si traversa sopra la nicchia stessa stando sotto uno strapiombetto (5 m, 4°+) fino ad un'altra piccola rientranza gialla (1C). Si esce in verticale (p. 5°-) stando poi nei pressi dello spigolo su buona roccia (4°) fermandosi ad un terrazzino dove si attrezza una sosta. 25 m; 4°+, p. 5°-; 2C.
5)
•  Si continua per un facile diedrino fino a una visibile clessidra con cordini su un muretto giallo (1CL). Si prosegue (p. 4°) direttamente per la soprastante parete articolata, che via via diviene meno ripida fino a sostare nei pressi di due nicchie gialle. 50 m; 3°, p. 4°; 1CL, 1CF+1CLF+1spit.
6)
•  Si sale sopra la e nicchie passando sulla dx. Si asseconda la rampa ascendente verso sx (4°, 2C) che porta fin sullo spigolo. Qui si oltrepassa attraversando a sx un rientramento giallo (p. 5°, 1C). A sx dello stesso si riprende a salire (2C vecchi a sx, ev. sosta scomoda e inaffidabile) su buona roccia fino sopra una lama dove si attrezza una sosta (su clessidre e/o sassi incastrati e friend). 25 m; 4°, p. 5°; 4C.
7)
•  Sopra la sosta si scala una netta fessura-diedro, in cima alla quale la parete si adagia a formare progressivamente una grande cengia inclinata. Si sale senza via obbligata fino a raggiungere la base della fascia strapiombante che difende l'ultimo salto. Nella parte a dx, vicino allo spigolo, si sosta su spit. 55 m; 4°, poi 2° e 1°; 2SF.
NB: sopra la sosta si notano alcuni spit che superano direttamente l'aggettante strapiombo giallo friabile.
8) •  Si traversa a sx stando sotto la fascia strapiombante fino al punto dove diviene evidentemente più accessibile. 20 m; 1°; 1CF+CL.
9)
•  Si supera detta fascia, qui ridotta ad un breve paretino verticale (a sx e a dx lo strapiombo è nettamente più marcato) che si scala con alcuni movimenti atletici (p. 5°, 1C), spostandosi poi un po' a sx per salire un diedrino aperto (p. 5°-) dopo il quale la montagna si apre ed appoggia nuovamente. Si deve salire ora su terreno via via più facile (1C) ma con tratti friabili e detriti, fino a sostare dove più conveniente. 40-50 m; 5°, 5°-, poi 4°, 3°, 2°; 2C.
10)
•  Si continua per le rocce non difficili ma sporche di un vago canalino che conduce nei pressi della cresta finale. 40-50 m; 3°, 2°.

Si deve ora risalire la lunga cresta che porta verso la cima. Nel primo tratto la cresta-dorsale è più ripida (2°, pp. 3°) anche se non particolarmente esposta (roccia non buona, detriti). Si oltrepassa un intaglio con pilastrino nel mezzo e si continua su terreno in generale più semplice (1°, pp. 2°), superando un'altra gobba della cresta oltre la quale si vede finalmente la cima bifida. Un ultimo dosso di detriti e roccette porta sotto la cima, ad un piccolo forcellino, dove si trova l'ancoraggio di calata.
Dall'uscita della via 30 minuti circa (200 m di dislivello, sviluppo molto maggiore).
NB: dalla forcella seguendo verso dx la cengia friabile (traccia) e poi per terreno sgradevole si può giungere alla non lontana cima.

Discesa:
Dalla forcella (3CF, controllare lo stato dei chiodi e dei cordini) si effettua una corda di 30 m esatti lungo il camino che scende verso S (dx rispetto alla direzione da cui si è arrivati; nel camino si trovano a 10 e 20 m dalla forcella altri vecchi chiodi di calata) fino ad atterrare su uno slargo del canale, che sotto presenta un alto salto sopra il ghiaione.
Dallo slargo si sale per qualche metro a sx (faccia a valle) per roccia sgradevole ad una specie di cengetta che seguita per alcuni metri (friabile) porta sopra un camino parallelo al precedente. Qui si trovano 2CF.
Dai 2CF si scende a doppia per 30 m esatti giungendo alla forcella ghiaiosa (q. 2600 ca.) che separa la nostra cima dalla Cima Grande di Valbona.
Si scende per il ripido e sfasciato canalone detritico verso E, il cui tratto più malagevole si trova in corrispondenza del tratto più incassato fra le rocce a ca. metà del suo sviluppo.
Alla fine il canale sbocca nel ghiaione della conca del Principe. Sceso detto ghiaione si incrocia il sentiero di collegamento fra i rifugio Bergamo e Passo Principe (30 min. dalla forcella; 45 min dall'inizio della discesa).
Salendo verso dx si raggiunge il Rifugio Passo Principe in 20 min; scendendo verso sx si rientra al Rifugio Bergamo in 30 min. circa.

 



 

 

 

 

 

 

 

SITI GEMELLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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