informazioni acquisto
e-mail contatto
link e siti amici

MATERIALI INTEGRATIVI e COMPLEMENTARI
SCARICABILI

 

DENTE DELLA VERGINE , 2011 m

Zuani (spigolo N)

Edwige Muschi, Virgilio Zuani , 3 agosto 1936.

260 m + 200 m sull'Itin. 256 • IV, pp. V- • 4h • NDA

Anche se offre una linea accattivante ed esposta, specialmente nella parte alta che corre poco a dx dell'aereo spigolo, si tratta di una via dal puro interesse storico. Nonostante le difficoltà non elevate (pur se costanti), richiede una solida esperienza a causa della roccia poco rassicurante e della difficoltà a posizionare protezioni affidabili. Presenti in via alcuni chiodi alle soste, anche se di difficile individuazione, a causa del terreno che non offre chiari riferimenti; utile, pertanto, portare con sé una buona scelta di chiodi. La prima parte della via è in comune con la via Basilisco-Wittine, di cui sarebbe una importante variante, anche se con i canoni odierni la si può considerare come via a sé stante.

Accesso e attacco:
a)
dal Rifugio Pellarini seguire per pochi minuti il sentiero per Sella Nabois (segn. 616) uscendo poi dal sentiero sulla sx nei pressi del primo ruscelletto secco (tabella di legno indicante la falesia) che si segue, poggiando sull'erba a dx, fino ai ghiaioni (qualche bollo rosso) per i quali in breve si è sotto la parete N del Dente nei pressi della Falesia delle Vergini (q. 1608). Da qui si costeggiano le rocce verso sx (traccia di camosci) fino allo sbocco della profonda gola che separa il Dente dalla Media Vergine (0h20 dal rifugio)
b) dal Rifugio Pellarini si segue il sentiero per Sella Carnizza (segn. 618) per ca. 0h15, finché si può attraversare il pendio erboso e ghiaioso verso dx raggiungendo la base delle rocce della Media Vergine (traccia di camosci) e, poco a dx con breve discesa, lo sboccco della profonda gola (stesso tempo).

Itinerario:
il primo tratto può essere affrontato seguendo il fondo della profonda gola (itinerario originale Basilisco-Wittine) con alcuni passaggi scabrosi, oppure lo spigolo che la delimita sulla dx (esposto, di difficile assicurazione, IV-IV+, presenti un paio di chiodi). Si descrive qui il percorso originale nella gola.

L1: il primo muretto che sbarra l'ingresso della gola si affronta sulla sx, andando poi a sostare subito sopra, verso dx, nel centro della gola (10 m; III, 1SF). L2: si sale per la gola slavata, prima facilmente, poi superando il primo saltino tramite una paretina levigata sulla dx (p. III+), raggiungendo un comodo spiazzo (1CL sulla sx, ev. sosta). Un piccolo sbarramento formato da massi incastrati si affronta preferibilmente sulla sx (1CL, p. IV), superato il quale conviene abbandonare il fondo della gola e proseguire per una costola arrotondata sul fianco dx (III) fino alla sosta (60 m; 1CF+1SF; II, III, pp. III+ e IV). L3: senza difficoltà ci si porta nel fondo della gola ad un ampio spiazzo ghiaioso sotto l'umida volta formata da un enorme masso che ostruisce l'intera gola: originariamente la via si infilava sotto il macigno; oggi tale uscita è preclusa (10 m; elem.). L4: sulla verticale parete di dx si affronta una fessurina obliqua (1C all'inizio) e poi un muretto sporco e spesso umido (p. IV+, 1C, 1S) sopra il quale si monta sulla sx su un minuscolo terrazzino (1S danneggiato). Si prosegue per una sorta di caminetto (1 cordone su sasso), appoggiato ma ostico, affrontando infine un tratto di parete molto levigato e viscido (V, tratto delicato!) sul quale pende un lungo cordone legato a 1C (non visibile dal basso; verificarne bene lo stato del cordone) che permette un'assicurazione o event. la progressione. Con un ultimo passo a sx si monta sopra l'ostruzione della gola dov'è una sosta di calata a fix (30 m; 2SF; IV+, p. V). L5: si cammina senza difficoltà alcuna nel fondo della gola, qui foggiata ad ampio canale quasi pianeggiante fin dove iniziano altri salti (15-20 m; elem.). L6: si scalano le rocce molto appoggiate ma a tratti friabili e coperte di detriti del fianco dx della gola, che qui formano un'ampia rampa. Senza via obbligata si sale puntando al larice isolato che caratterizza l'ampia spalla N del Dente. Ca. 15 m sotto il larice, sull'ampia rampa è presente un vecchi spit utile per sosta (60 m; 1SF; II). L7: si salgono gli ultimi metri di ripidi sfasciumi dell'ampia rampa, andando a sostare sul grande larice (15 m; I). Possibile anche sostare sul lato sx della rampa, sotto le rocce del Dente ad una sosta di calata a fix (posizione sconveniente per proseguire la scalata). L8: Guardando il Dente e il suo estetico spigolo N, si nota sulla sx un grande torrione di roccia separato dal Dente da un lungo camino (lo stesso torrione sulla sx è staccato dalla Media Vergine dalla prosecuzione della gola, tetra ed impercorribile). Si scalano senza via obbligata le rocce appoggiate ed articolate stando ben a dx del camino, puntando ad un piccolo mugo, poco a dx del quale si sosta (60 m; 1CF; III, III+). L9: si obliqua a sx per terreno ripido ma articolato finché si prende a salire per una fessura quasi verticale (IV, 1C) parallelamente al camino. Si continua con la stessa direttiva (roccia friabile) fino ad un misero terrazzino di sosta (50 m; 1CF; III, IV). L10: si continua in verticale sullo stesso tipo di terreno a tratti insidioso, stando sulla dx dello spigolo N che qui comincia a prendere forma. Dopo una quarantina di metri si obliqua a sx (fessurette friabili) per raggiungere una cengetta di erba e detriti poco a sx dello spigolo. Si è una ventina di metri più in alto del pilastro appoggiato al Dente (50 m; 1SF; IV). L11: si sale sulla dx per una sorta di caminetto superficiale fino ad una piccola nicchia sullo spigolo (1C), che si doppia sulla dx prendendo a salire direttamente per fessurette e paretine aeree con tratti friabili fino a un piccolo posto di sosta (1C piegato vecchissimo sulla dx, inutile come assicurazione) sotto gli ultimi rigonfiamenti nerastri dello spigolo (40 m; IV+, V-). L12: non conviene andare a sx imboccando un caminetto intuibile dalla sosta (molto friabile) come parrebbe logico, ma stare a dx nei pressi dello spigolo esposto (1 dado incastrato, roccia molto buona) per superare gli ultimi metri verticali, ritornando poi sopra verso sx (friabile!) sostando dove il terreno finalmente si abbatte (25; IV+). L13: si sale direttamente per terreno ancora abbastanza ripido ed infine più appoggiato fino a raggiungere la pianeggiante cresta del Dente poco sopra e a sx di un mugo (visibile anche da valle) che sporge verso la sottostante parete gialla strapiombante. Si attrezza una sosta su spuntoni dato che 2CF sull'opposto versante; uscita della via Agnolin; risultano scomodi per assicurare chi sale (35-40 m; III).

Discesa: la discesa “storica”prevedeva un lungo e delicato percorso di cresta verso la Grande e successivamente la Media Vergine. Oggi invece la discesa avviene con una lunga serie di doppie attrezzate (soste a fix), approssimativamente sulla linea della via Agnolin. Necessarie due corde da 60 m; bolli rossi alle soste nella parte bassa della discesa. In totale 2h30 dalla cima.
Dai 2CF sulla cresta del Dente, si effettua una brevissima CD per raggiungre una cengia che corre in versante W; la si percorre per una decina di metri fino a rinvenire la prima sosta di calata (2SF) sopra la verticale parete W. CD1: 35 m stando a sx (faccia a valle) della profonda fessura che sale da sotto. Raggiunta una comoda cengia nei pressi di una grossa scaglia, la sosta si trova 5 m a sx (faccia a valle). CD2: 30 m lungo rocce appoggiate fino al bordo inferiore dell'ampia terrazza sullo spigolo NW (1CLF). CD3: 30 m stando nei pressi dello spigolo (lato Rifugio Pellarini) fino a 2SF . CD4: 60 m direttamente in verticale raggiungendo il canalone detritico che dalla Spalla NW scende verso N (sulla spalla, bollo rosso che segnala 1SF, presso il quale è inutile transitare se si scende con due corde). Si termina la doppia scendendo un tratto di canale portandosi poi alla sosta (spuntone con cordoni) sulla crestina rocciosa sul lato opposto (bollo rosso). CD5: 35 m sul dorso della rampa; sosta (2SF) poco discosta dal fondo del canale. CD6: 60 m fino a 2SF sul dorso esterno della rampa. CD7: 50 m su terreno molto appoggiato (si può facilmente scendere a piedi, pp. I, II) alla spalla erbosa con evidente larice isolato (che non si raggiunge). Si gira a dx lo spigolo (segno rosso) rinvenendo una sosta di calata (2SF) in cima ad una ampia lastronata coperta di detriti. CD8: 55 m; si scende direttamente per la lastronata (attenzione a non smuovere sassi!) fino al fondo della gola N (bollo rosso), all'interno del quale, in posizione riparata (bollo) si trova la sosta su 2SF. CD9: 30-50 m; ci si cala lungo un paio di salti all'interno della gola raggiungendo il tratto ampio e pianeggiante del canale (fin qui 30 m), per il quale si cammina fino sul bordo del successivo salto; sosta su 2SF sulla sx (bollo; sosta del tiro 4). CD10: 30 m sulla levigata e verticale parete sx della gola (faccia a valle) fino al sottostante spiazzo. Si scende per qualche metro (p. I) fino al limite basso del quale, girando sulla sx si rinviene la sosta (1CF+1SF; sosta 2 di salita). CD11: 60 m all'interno della gola fino sopra l'ultimo saltino prima delle ghiaie (possibile anche due calate da 30 m ca. utilizzando una grossa clessidra con cordoni) dov'è 1SF. CD12: 10 m scendendo l'ultimo breve salto verticale, raggiungendo le ghiaie e l'attacco.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

Dente della Vergine
Zuani
in discesa nella gola N (tiro 2)
Dente della Vergine
Zuani
tiro 4 (uscita)
Dente della Vergine
Zuani
tiro 8
Dente della Vergine
Zuani
tiro 10
 

 

 

 

 

 

 

 

SITI GEMELLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Contatori visite gratuiti