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FRIULI ORIENTALE
FRIULI OCCIDENTALE
DOLOMITI ORIEN. / 2
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DOLOMITI OCCI

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D. / 2
DOLOMITI OCCID. / 1

 

 

FRIULI ORIENTALE

NB: tutte le relazioni aggiornate per quanto riguarda le Alpi Giulie e le Carniche Orientali (gruppi Creta d'Aip, Cavallo di Pontebba e Sernio-Grauzaria) si trovano nella nuova pubblicazione Alpi Giulie e Carniche Orientali

clicca sull'immagine per accedere

 

 

 

INTRODUZIONE e NOTE TECNICHE (a IVgrado - Friuli Orientale)

Un'intera estate dedicata alla ripetizione degli itinerari, alla raccolta del materiale fotografico e di tutte le informazioni e relazioni che, ha portato finalmente ad un risultato che, speriamo, gli appassionati dell'arrampicata in Friuli sappiano apprezzare: i volumi "friulani" (divisi in Occidentale e Orientale) di Quartogrado, inseriti nella collana Roccia d'Autore.

Rispetto ai volumi dedicati alle Dolomiti (Occidentali/1, Occidentali/2 - nuova uscita -, Orientali), il taglio e la funzione della guida sono un po' diversi. Viene qui proposta una raccolta di itinerari più ampia rispetto alle "scalate scelte dolomitiche" in considerazione di vari motivi.

In primis si è cercato di valorizzare in qualche modo delle montagne e delle zone che, pur non avendo forse il richiamo ed in certi casi la bellezza alpinistica delle vicine Dolomiti, sono meritevoli di essere visitate, non fosse altro per il loro fascino di luoghi selvaggi e poco frequentati.

Abbiamo tenuto conto anche della scarsa o datata bibliografia, specialmente di questo tipo, cioè con relazioni dettagliate, rispetto ai Monti Pallidi. Ciò ci ha portato a tentare di coprire tutte le zone della regione con le vie che abbiamo ritenuto più meritevoli, anche se alle volte ha portato ad inserire nella raccolta itinerari che non sono di prim'ordine o di grande bellezza. Naturalmente senza nessuna pretesa di esaustività, anche tenendo conto del taglio di questa serie di guide che vuole che tutti gli itinerari proposti siano stati percorsi di persona dal relatore, si è comunque tentato di andare a visionare e relazionare le vie considerate classiche (cioè che contano alcune ripetizioni all'anno, ragionando con il metro di questi monti a volte dimenticati), o comunque conosciute. Qualche neo e rammarico rimane sempre, nonostante le buone intenzioni e nonostante la grande disponibilità di alcuni amici-collaboratori che hanno permesso di inserire in questa guida i loro resoconti delle scalate coprendo alcuni "buchi". In particolare, parlando dei due volumi friulani nel loro insieme, spiace non essere riusciti ad andare a percorrere le vie di Krobath alla Cima del Vallone e alla Cima di Riofreddo, la Soravito al Creton di Culzei e la Perathoner alla Cima Dieci. Sarà per la prossima edizione!

Un'ultima differenza rispetto ai volumi "dolomitici" risiede nel fatto che si sono inseriti anche quegli itinerari a spit che possono considerarsi parzialmente alpinistici o in ambiente, in quanto alcune zone delle Alpi Friulane vivono, alpinisticamente, su questo tipo di tracciati, anche se, come ben noto, a volte è ben difficile segnare un netto confine fra via prettamente alpinistica e tracciato puramente sportivo.

In definitiva in questi volumi si ritroverà tutto il mondo verticale fuori dall'ambiente di falesia che va dalla via normale che richiede esperienza alpinistica alle grandi classiche, dai percorsi dimenticati alle vie a spit, alle vie prealpine "sui generis" presenti nel volume dedicato al Friuli Occidentale. Si proporranno salite esaltanti, begli itinerari e percorsi forse non molto validi dal punto di vista del gesto arrampicatorio ma interessanti per conoscere zone diverse in ambienti suggestivi. Un mondo comunque accomunato dalla voglia di mettere le mani sulla roccia e di salire in alto. In fondo, anche arrampicate non eccelse possono dare delle soddisfazioni a chi le sappia guardare con gli occhi giusti e sappia apprezzare la montagna al di là del movimento tecnico in sé e per sé.

Sarà quindi importantissimo saper leggere la guida e le sue indicazioni per poter scegliere l'uscita più remunerativa secondo le proprie capacità, i propri gusti e il proprio estro personale. Volutamente non sono state assegnate stellette o classificazioni di bellezza, in quanto troppo soggette all'inclinazione personale, mentre è stato stilato alla fine del volume un indice suddiviso per tipologia di vie, ognuna delle quali richiede capacità ed esperienze diverse.

Naturalmente, la redazione di un'opera di questo tipo ha comportato una mole di lavoro considerevole ed è per questo che sono stati uniti gli sforzi, nel senso più fisico della parola, dei tre autori principali e curatori (Saverio D'Eredità, Carlo Piovan ed il sottoscritto), e dei collaboratori. Al tutto è stato dato, attraverso verifiche personali sul campo, comparazioni ecc..., un'omogeneità di taglio e valutazione che si spera apprezzata, anche perché con la raccolta di informazioni da più fonti diverse si è cercato di limitare al massimo gli errori o le sviste comunque presenti in ogni guida. A tal proposito si invita vivamente i lettori a segnalarle o a rendere presenti eventuali aggiornamenti, per poter migliorare costantemente il materiale.

 

Un augurio di buona lettura e di buone scalate,

 

Emiliano Zorzi

 

NOTIZIE TECNICHE

 

Struttura della guida

Le varie salite sono state organizzate nelle seguenti zone:

•  Cavallo di Pontebba e Creta d'Aip

•  Sernio, Grauzaria e Zermula

•  Zuc dal Bor

•  Jof di Montasio

•  Jof Fuart, Riofreddo e Riobianco

•  Mangart e Jalovec

•  Prealpi Carniche e Giulie

 

Nei tratti fondamentali la struttura è la stessa delle guide precedenti.

Per ogni singola via vi è:

•  una breve introduzione con impressioni e notizie di carattere generale. Dato il taglio della guida, la lettura attenta di questa parte sarà fondamentale per poter scegliere l'itinerario rispondente ai propri gusti, alle proprie attitudini ed alle proprie capacità sia tecniche sia alpinistiche nel senso più ampio del termine, anche tenendo conto dei rischi dati derivanti dalla scalata in ambiente;

•  una scheda riassuntiva di presentazione nella quale appaiono i dati essenziali:

•  PRIMI SALITORI ;

•  DISLIVELLO : si considera sempre il dislivello dall'attacco all'uscita della via (se non segnalato diversamente);

•  SVILUPPO : si considera sempre lo sviluppo totale del percorso dall'attacco all'uscita; nel caso vi siano tratti di trasferimento a piedi, vengono segnalati;

•  DIFFICOLTÀ:

•  VIE ALPINISTICHE: si riportano le difficoltà secondo la scala (PD, AD ecc...) che indica la difficoltà complessiva del percorso, mentre la difficoltà tecnica dei passaggi è espressa secondo la tradizionale scala UIAA. Le difficoltà riportate tendono ad essere generose piuttosto che strette, in quanto una valutazione severa delle difficoltà è normalmente una fonte di problemi ed ansia per l'alpinista "medio". Fra le vie "alpinistiche" si sono inseriti anche quei percorsi a spit che richiedono di integrare le protezioni presenti o che comunque necessitano di esperienza in ambiente.

•  VIE A SPIT: si considerano in questo sotto-tipo i percorsi che possono essere saliti con la sola attrezzatura e la disposizione d'animo della scalata sportiva. Per questo motivo non viene riportata una difficoltà complessiva ma solo la difficoltà massima secondo la scala francese (es. 5c, 6a, 6b...) comunemente usata in falesia.

•  TEMPO PREVISTO : questa è una delle indicazioni più suscettibili alla capacità personale. Anche qui, come per le difficoltà, i tempi sono stati calcolati con un buon margine e, naturalmente, si riferiscono ad una salita su terreno sconosciuto ed effettuata per la prima volta: tenete anche conto che se la via è già conosciuta spesso il tempo si può quasi dimezzare.

•  ROCCIA: si danno indicazioni generali sulla qualità della roccia; generalmente si ricorre agli aggettivi; eccellente, buona, mediocre, friabile.

•  MATERIALE : l'indicazione sul materiale utile o indispensabile da portare è sempre molto delicata e difficile da esprimere, in quanto risente profondamente delle capacità tecniche, di un insieme di abitudini consolidate (uso dei friend piuttosto che di dadi e viceversa) e soprattutto psicologiche. Si è cercato di indicare il materiale necessario per una salita in buona sicurezza per una persona che si muova con disinvoltura sulle difficoltà presentate e in salite di ambiente. Non è presente, come d'uso, il non meglio definito termine "normale dotazione alpinistica". Il materiale che si dà per scontato, e che quindi non viene segnalato nelle schede dedicate a ogni singola via, comprende naturalmente casco, imbraco, due mezze corde da 50 o meglio 60 m , sei-otto cordini o fettucce di varia misura e una decina di rinvii e sempre almeno 2 chiodi e un martello. Ulteriore materiale per posizionare sicure intermedie (stopper, friend, chiodi o cordini ulteriori) è quello che viene segnalato nella scheda di ogni via.

•  PUNTI D'APPOGGIO : si indicano i dati essenziali dei rifugi o bivacchi che possono servire da punti d'appoggio (sia per pernottamento sia per semplice ristoro). I loro dati ed i loro accessi sono specificati nelle schede introduttive ai gruppi.

•  CARTINE : si segnalano i fogli delle ormai diffusissime cartine 1:25.000 della casa editrice Tabacco. Si è inoltre provveduto ad inserire, per ogni zona, una cartina d'insieme per evidenziare la posizione dell'attacco di ogni itinerario, cosa che spesso risulta utile soprattutto per i percorsi che iniziano lontano dai sentieri segnalati o in luoghi reconditi non catalogati sulla cartografia esistente.

•  una descrizione del percorso di avvicinamento , dal punto d'appoggio o di partenza più comodo fino all'attacco della via. Non è riportata nessuna indicazione su come raggiungere il punto d'appoggio (rifugio o bivacco che sia) in quanto presente nella scheda introduttiva o, comunque, scontata;

•  salita: In questa parte vi è la vera e propria relazione tecnica della via, tiro per tiro. Nella descrizione della lunghezza di corda si riportano, quando necessario, le caratteristiche dei singoli passaggi. Alla fine sono evidenziati i dati complessivi del tiro (lunghezza totale, difficoltà e stato di chiodatura al momento della ripetizione);

•  discesa: è riportata dettagliatamente ogni discesa, che spesso è la parte che l'alpinista deve affrontare con maggiore attenzione. Come è noto l'ascensione termina una volta giunti a casa, non una volta arrivati in cima.

•  foto e schizzi: sulla (o sulle) foto è sempre riportato il tracciato del percorso con la suddivisione in tiri di corda. Lo schizzo tecnico è stato inserito solo sporadicamente ed in particolare per le vie complesse; negli altri casi l'integrazione della foto con la relazione tecnica dettagliata lo rende superfluo.

 

Classificazione delle difficoltà

Come è stato detto per quanto riguarda la difficoltà complessiva dell'itinerario ho usato la scala ormai in uso e conosciuta. Questa valutazione tiene conto non solo delle pure difficoltà tecniche (che vengono indicate comunque nella scheda riassuntiva della via e nella descrizione dei singoli passaggi nella relazione tecnica), ma anche della lunghezza, dell'impegno fisico e psicologico complessivo. Qui, brevemente la suddivisione (oltre al livello TD non ci sono scalate in questa guida):

F facile

PD poco difficile

AD abbastanza difficile

D difficile

TD molto difficile

Per quanto riguarda la scala UIAA che ho usato per descrivere i singoli passaggi mi pare superfluo riportarne la classificazione. Ricordo solo che, contrariamente alla norma comune, ho espresso questi gradi in numeri arabi (esempio 4°) e non in numeri romani (IV) in quanto di più immediata visualizzazione.

 

Allo stesso modo si ritiene superfluo riportare la classificazione della scala francese usata per le vie sportive (5c, 6a, 6b...), in quanto di dominio comune.

 

Abbreviazioni usate

Nelle relazioni, per questioni di comodità, sono state usate alcune abbreviazioni ricorrenti:

A = anello cementato

C = chiodo (si segnalano quelli presenti normalmente in parete; non quelli da piantare)

CD = corda doppia

CL = clessidra (sono segnalate solo quelle estremamente evidenti o con cordoni già presenti)

CU = cuneo in legno

D = dado (sono indicati i dadi rimasti incastrati e presenti in parete, non quelli da usare durante la scalata)

dx = destra, destro, di destra

E = est

F = fermata; questa lettera, associata ad A, C, CL, S o D, indica quando gli ancoraggi sono usati come ancoraggi di sosta o di discesa (CF = chiodo di sosta).

FR = friend (sono indicati i friend rimasti incastrati e presenti in parete, non quelli da usare durante la scalata)

N = nord

O = ovest

S = sud o spit

sx = sinistra, sinistro, di sinistra

 

 

Foto integrative, correzioni e chiarimenti su www.quartogrado.com e www.rampegoni.it

Sui siti www.quartogrado.com e www.rampegoni.it , gestiti dagli stessi autori, per ogni via descritta si possono trovare foto dei vari tiri di corda, di passaggi particolari o prese da altre prospettive che, per evidenti motivi di spazio, non sono state inserite nella guida ma che possono risultare molto utili, oltre a tutte le foto dei percorsi che così possono essere comodamente stampate in formato A4 e ad alta definizione.

Oltre a questo saranno sempre riportate sul sito eventuali correzioni, chiarimenti o cambiamenti sostanziali di attrezzatura, percorso, varianti ecc...

Fra l'altro, si invitano i lettori a segnalare gli eventuali errori o aggiornamenti (è impossibile che non ce ne siano!) a info@quartogrado.com , in modo da poter costantemente fornire informazioni il più attendibili possibile.

 

 

 

SITI GEMELLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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