La via si svolge sull’ampia parete delle costiera delle
Tre Lame, nel settore ovest della stessa, pochi metri a dx della Via dei
Raponzoli (volume Friuli
Occidentale, Itin. 033). Segue come linea
generale un canale-colatoio, l’unico abbastanza individuato in questo settore
di parete. Nel complesso l’arrampicata presenta solo qualche breve tratto
interessante; il resto, a causa della qualità della roccia che richiede
costante attenzione, si svolge “anonimo” lungo la parete che, fra l’altro è
stata recentissimamente interessata da una grossa frana che ha sporcato di
sassi e detriti la parte centrale delle vie ed ha sconvolto il ripido prato
sotto l’ultimo salto di parete, da dove si è staccata la frana stessa.
Primi salitori: Paolo
De Biasi e Paolo Birri, 19 settembre
2004
Sviluppo: 290
m
Difficoltà: D-
max: 4°, pp. 4°+
Tempo previsto: 3 ore
Roccia: discreta
Materiale: cordini,
dadi, friend, 3 – 4 chiodi (via quasi disattrezzata)
Punti d’appoggio: Rifugio
De Gasperi
Cartine: Tabacco foglio 01
(Sappada), scala 1:25.000
Accesso:
Come per la Via dei
Raponzoli (vedi volume Friuli Occidentale,
Itin. 033). L’attacco si trova qualche decina di metri a dx di questa, oltre
una profonda rientranza della parete e subito oltre un piccolo settore di
placche evidentemente molto difficili.
Ore
2 dalla Val Pesarina.
Salita:
1)
Si
obliqua verso sx per gradoni di roccia molto aderente ma con qualche appiglio
poco saldo, raggiungendo lo spigolo molto arrotondato ed appoggiato, sopra il
rientramento iniziale della parete. Si continua nei pressi di questo appena
accennato spigolo per roccia poco salda e con erba che infastidisce, fino ad
uno slargo sotto la verticale di un colatoio. Sosta sulla dx dello slargo (a sx
piccolo mugo; poco oltre a questo si svolge la Via dei Raponzoli, che si può
raggiungere facilmente alla base del diedro del secondo tiro).
2)
Poco
a sx della sosta si entra in un piccolo canale con erba (attenzione!) che
conduce facilmente sotto dei diedrini che danno
accesso al colatoio soprastante. Si scala il diedrino con movimenti delicati
anche a causa della roccia non sempre salda (4°+), uscendo dopo ca.
3)
Si
sale completamente il colatoio nel fondo, ancora sporco dei detriti della
frana, fino a sbucare sulla zona di ripidi prati a 2/3 di parete, dove si deve
attrezzare una sosta su massi.
4)
Si
risale il ripido prato fino alla base delle rocce della parte terminale, dove
si attrezza liberamente una sosta. 40-
5)
Si
affronta la bella parete appoggiata a piacimento: a sx per simpatiche placche
non lontano dal canale che sale alla vicina forcella d’uscita della Via dei
Raponzoli, oppure più dx per fessure o paretine, raggiungendo la cengia erbosa
sotto gli ultimi torrioni. Sosta da attrezzare; sul limite inferiore della
cengia, sulla dx, grosso masso utile per sosta. 35-
6)
Salendo
la comoda cengia ci si porta sotto i torrioni terminali, in corrispondenza
dell’inizio di un camino inciso fra due pareti strapiombanti giallastre.
7)
Si
scala il camino, con un primo salto verticale di roccia abbastanza buona (p.
4°+) ed un secondo salto di qualche metro di roccia scadente (4°, delicato) che
va affrontato sulla sx fino a terreno più appoggiato (a sx enorme spuntone con
cordone per ev. doppia in discesa). Si continua lungo
la prosecuzione del camino, ora foggiato a canale di rocce più facili ma
sporche di detrito e poco salde, fino a raggiungere la sommità della parete su
uno dei vari torrioni di cresta.
Discesa:
Vi sono due
possibilità di discesa:
a)
scendendo
poco sotto la cresta sul versante settentrionale della stessa, per roccette ed
erba, con attenzione, si raggiunge verso O (sx guardando dal versante di
salita) la vicina forcelletta dove esce la Via dei
Raponzoli. Da qui (ometti) si continua lungo la dorsale di roccette ed erba ed
infine per ripidi prati si raggiunge il Passo di Elbel
dove transita il sentiero segnato. 30 min.
b)
a
corda doppia lungo la Via dei Raponzoli; soluzione comoda se si lascia
materiale all’attacco o con neve sul versante settentrionale del monte.
In questo caso si
deve ridiscendere con attenzione dalla cima fino al grosso spuntone/gendarme
con cordone a metà dell’ultimo tiro.
CD1)
La si scende con
attenzione (vi era una sosta a spit della Via dei Raponzoli per ev. doppia lungo il ripido prato; sosta divelta dalla
frana) puntando all’uscita di un canale poco a dx dell’uscita del colatoio
della nostra via. Sul limite del salto sottostante, all’uscita stessa del
canale si rinviene lo spit della sosta 5 della Via dei Raponzoli.
CD2)
CD3)
CD4)
1 ora dalla cima.
Foto generali:
Galleria Fotografica: