TRE LAME, m 2322

Parete SE – Via 52.52 La Fionda

relazione di Emiliano Zorzi – salita del 14/3/2012

 

Descrizione: Descrizione: logo quartogrado copiaLa via si svolge sull’ampia parete delle costiera delle Tre Lame, nel settore ovest della stessa, pochi metri a dx della Via dei Raponzoli (volume Friuli Occidentale, Itin. 033). Segue come linea generale un canale-colatoio, l’unico abbastanza individuato in questo settore di parete. Nel complesso l’arrampicata presenta solo qualche breve tratto interessante; il resto, a causa della qualità della roccia che richiede costante attenzione, si svolge “anonimo” lungo la parete che, fra l’altro è stata recentissimamente interessata da una grossa frana che ha sporcato di sassi e detriti la parte centrale delle vie ed ha sconvolto il ripido prato sotto l’ultimo salto di parete, da dove si è staccata la frana stessa.

 

Primi salitori:                  Paolo De Biasi e Paolo Birri, 19 settembre 2004

Sviluppo:                         290 m

Difficoltà:                         D-                                               max: 4°, pp. 4°+

Tempo previsto:            3 ore

Roccia:                            discreta

Materiale:                         cordini, dadi, friend, 3 – 4 chiodi (via quasi disattrezzata)

Punti d’appoggio:         Rifugio De Gasperi

Cartine:                            Tabacco foglio 01 (Sappada), scala 1:25.000

 

Accesso:

Come per la Via dei Raponzoli (vedi volume Friuli Occidentale, Itin. 033). L’attacco si trova qualche decina di metri a dx di questa, oltre una profonda rientranza della parete e subito oltre un piccolo settore di placche evidentemente molto difficili.

Ore 2 dalla Val Pesarina.

 

Salita:

1)        Si obliqua verso sx per gradoni di roccia molto aderente ma con qualche appiglio poco saldo, raggiungendo lo spigolo molto arrotondato ed appoggiato, sopra il rientramento iniziale della parete. Si continua nei pressi di questo appena accennato spigolo per roccia poco salda e con erba che infastidisce, fino ad uno slargo sotto la verticale di un colatoio. Sosta sulla dx dello slargo (a sx piccolo mugo; poco oltre a questo si svolge la Via dei Raponzoli, che si può raggiungere facilmente alla base del diedro del secondo tiro). 40 m; 3°, pp. 4°; 2CF.

2)        Poco a sx della sosta si entra in un piccolo canale con erba (attenzione!) che conduce facilmente sotto dei diedrini che danno accesso al colatoio soprastante. Si scala il diedrino con movimenti delicati anche a causa della roccia non sempre salda (4°+), uscendo dopo ca. 5 m verso sx (breve passo in placca, 4°+) per entrare nel colatoio. Si sale facilmente per qualche metro fino ad una grossa clessidra con cordone. 45 m; 3°, 4°, pp. 4°+, tiro delicato; 1CLF.

3)        Si sale completamente il colatoio nel fondo, ancora sporco dei detriti della frana, fino a sbucare sulla zona di ripidi prati a 2/3 di parete, dove si deve attrezzare una sosta su massi. 55 m; 3°.

4)        Si risale il ripido prato fino alla base delle rocce della parte terminale, dove si attrezza liberamente una sosta. 40-50 m; elementare.

5)        Si affronta la bella parete appoggiata a piacimento: a sx per simpatiche placche non lontano dal canale che sale alla vicina forcella d’uscita della Via dei Raponzoli, oppure più dx per fessure o paretine, raggiungendo la cengia erbosa sotto gli ultimi torrioni. Sosta da attrezzare; sul limite inferiore della cengia, sulla dx, grosso masso utile per sosta. 35-45 m; 3°.

6)        Salendo la comoda cengia ci si porta sotto i torrioni terminali, in corrispondenza dell’inizio di un camino inciso fra due pareti strapiombanti giallastre. 15 m; elementare.

7)        Si scala il camino, con un primo salto verticale di roccia abbastanza buona (p. 4°+) ed un secondo salto di qualche metro di roccia scadente (4°, delicato) che va affrontato sulla sx fino a terreno più appoggiato (a sx enorme spuntone con cordone per ev. doppia in discesa). Si continua lungo la prosecuzione del camino, ora foggiato a canale di rocce più facili ma sporche di detrito e poco salde, fino a raggiungere la sommità della parete su uno dei vari torrioni di cresta. 50 m; 4°+, 4°, 3°.

 

Discesa:

Vi sono due possibilità di discesa:

a)      scendendo poco sotto la cresta sul versante settentrionale della stessa, per roccette ed erba, con attenzione, si raggiunge verso O (sx guardando dal versante di salita) la vicina forcelletta dove esce la Via dei Raponzoli. Da qui (ometti) si continua lungo la dorsale di roccette ed erba ed infine per ripidi prati si raggiunge il Passo di Elbel dove transita il sentiero segnato. 30 min.

b)      a corda doppia lungo la Via dei Raponzoli; soluzione comoda se si lascia materiale all’attacco o con neve sul versante settentrionale del monte.

In questo caso si deve ridiscendere con attenzione dalla cima fino al grosso spuntone/gendarme con cordone a metà dell’ultimo tiro.

CD1) 55 m direttamente alla cengia erbosa sottostante (breve parte nel vuoto; sul limite inferiore della cengia, dopo 30 m ev. clessidra con cordone per spezzare la calata) e quindi lungo le rocce appoggiate fino in cima alla ripida zona erbosa.

La si scende con attenzione (vi era una sosta a spit della Via dei Raponzoli per ev. doppia lungo il ripido prato; sosta divelta dalla frana) puntando all’uscita di un canale poco a dx dell’uscita del colatoio della nostra via. Sul limite del salto sottostante, all’uscita stessa del canale si rinviene lo spit della sosta 5 della Via dei Raponzoli.

CD2) 35 m lungo il canale fino ad altra sosta a spit.

CD3) 55 m in verticale lungo la bella parete sottostante. Dopo 40 m si trova 1SF con anello che si può saltare. Conviene scendere ancora per una decina di metri fin sotto una placca nera con diedro a fianco, sostando su 1S con piastrina non stretta e 1CL.

CD4) 55 m direttamente fino a terra nei pressi dell’attacco.

1 ora dalla cima.

 

Foto generali:

 

Galleria Fotografica: