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TORRIONE RAVASCLETTO, 2258 m

Pilastro Sud

Arduino Craighero, Roberto Mazzilis , 16 giugno 1981; riattrezzatura a spit con varianti: Riccardo Del Fabbro, anni 2000.
260 m (fino alla fine del tratto relazionato) V+, pp. VI e p. VI+ 4h roccia ottima in placca, tratti friabili sulle fessure NDA

La via si sviluppa principalmente per placche sul dorso del pilastro. L'originaria via di Mazzilis e Craighero è stata successivamente attrezzata con spit alle soste ed alcuni spit lungo i tiri da parte della g.a. Riccardo Del Fabbro, che ha apportato anche delle piccole varianti più impegnative per seguire i tratti di placca più solidi. Tale ri-attrezzatura ha cambiato i connotati della via che oggi viene generalmente intrapresa solo fino alla fine del tratto riattrezzato (come qui relazionato), in quanto gli ultimi tiri originali e la discesa dalla vetta si svolgono su terreno molto friabile. Percorso comunque di impegno che richiede padronanza delle difficoltà, con spit presenti solo sui passi più delicati; necessario integrare (utile anche qualche chiodo).
Accesso molto comodo e discesa a doppie sulla via.

Accesso: dal Rifugio Sorgenti del Piave, nel punto dove inizia il sentierino di raccordo per il Rifugio Calvi (tabelle), si imbocca una stradina che sale verso le pareti del vicino Torrione Ravascletto. Dopo pochi minuti, oltre il primo tornante, conviene salire direttamente per il ghiaione che conduce sotto lo zoccolo che sostiene la parete. Attacco 30 m a sx della profonda gola (cono di neve residuo fino a stagione inoltrata) che separa il Torrione Ravascletto dal Torrione Gennaro. Si è sotto un evidente canalino, punto debole dello zoccolo. 0h15 dal parcheggio.

Salita:
L1:
si risale il canalino di rocce ed erba, all'inizio molto facile, che progressivamente diviene più impegnativo (p. III). Sopra il tratto più ripido, prima che divenga interamente erboso, si esce sulla sx con un breve passo esposto, raggiungendo una conchetta 10 m sotto un caratteristico tronco secco. Sosta in cima alla conchetta (60 m dal ghiaione; I, II, p. III; 1CF+1SF).
L2: si traversa in leggera ascesa verso sx per erba stando sotto placche appoggiate, fino ad aggirare uno spigoletto, dove si prende a salire raggiungendo un breve diedrino (p. III, 1CL) che dà accesso alla cengetta alla base della parete vera e propria. Sosta sul margine dx della cengetta (45 m; I, II, p. III; 2CF+1SF).
L3: si scala un diedrino (IV+, 2S) alla fine del quale si obliqua a dx in placca (V, 1C e 1CL) portandosi sotto un altro diedrino inclinato a sx. Lo si scala (IV, friabile) sostando scomodamente in cima allo stesso su un piccolo pulpito (30 m; IV, V; 2CF+1SF).
L4: si affronta direttamente la placca soprastante (p. VI- all'inizio; 1S) salendo per una quindicina di metri (2S) finché è possibile traversare verso sx per 5m in una rientranza arrotondata a liscia (p. VI 1CL, 1S alla fine). Alla fine del traverso sulla sx si scala una sorta di diedrino aperto (V+, roccia delicata) che conduce alla scomoda sosta alla base di un diedro rotto formato da un piccolo pilastro addossato alla parete (30 m; V, VI-, p. VI; 2SF).
L5: si scala con attenzione il diedro (V, utili friend medi) fino in cima al pilastrino staccato (1C a sx). Si sale verso dx per la placca (2S) con un passaggio particolarmente liscio all'altezza del secondo spit (p. VI+). Dopo un tratto più articolato (1S) ci si porta ad una sorta di diedro aperto che si sale (p. VI, 1S, 1C; tratto lungo senza protezione e rinviaggio dello spit impegnativo e scomodo!) fino in cima, sostando su un piccolo terrazzino (40 m; V, VI, p. VI+).
L6: si scala la placca sulla dx (V+, 3S) puntando poi un po' verso sx alla base di un piccolo e lungo tettino che difende la base di un costolone di roccia giallastra. Da 1C alla base del tetto (poco a sx 1S piegato e fuori via) si supera l'ostacolo tramite una spaccatura che lo incide (p. VI) salendo poi (1S) nei pressi della profonda fessura sotto la costola giallastra. Sosta quasi in cima alla fessura (45 m; V+, p. VI; 2SF).

Da questo punto normalmente si intraprende la discesa (a doppie lungo la via).

L'eventuale prosecuzione verso la vetta avviene tramite la parte finale della via Mazzilis-Craighero (150 m; III,pp. IV su roccia friabile).

Discesa: a doppie lungo la via.

GALLERIA FOTOGRAFICA

Torrione Ravascletto
Mazzilis-Craighero
tiro 3
Torrione Ravascletto
Mazzilis-Craighero
tiro 4

Torrione Ravascletto
Mazzilis-Craighero
tiro 4

Torrione Ravascletto
Mazzilis-Craighero
tiro 5
Torrione Ravascletto
Mazzilis-Craighero
tiro 6

 

 

 

 

 

 

 

SITI GEMELLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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