IVgrado - FRIULI ORIENTALE
MONTE REST (Avancorpo)
Via Valla (Versante Ovest - Settore Spirits Libars)
relazione: Emiliano Zorzi
introduzione presente nella guida
Valgono le stesse considerazione fatte per la Via Lacrima Bianca (Itin. 073), rispetto alla quale si svolge sull'evidente diedrone posto più a dx. Su questa via l'arrampicata ha qualche tratto più atletico su roccia più lavorata. Anche in questo caso il percorso è divertente e assicurato in modo intelligente. Nel complesso i tiri di corda sono meno discontinui rispetto alla via sorella e si sale in ambiente un po' più montano, rendendo questo percorso forse più interessante del gemello.
racconto della salita e impressioni
Un allegro 25 aprile, per varie coincidenze, si è formato un mega-gruppone di gitanti quartogradisti: io, Dimitri, Pietro, il Filosofo, il Polpa, Andrea, Max, Ilaria e Gigia.
Su consiglio mio e di Dimitri, che il giorno precedente eravamo a sperimentare la zona sulla via vicina, in allegra combriccola eccoci a Tramonti.
Caffè alla Sala Prealpi di Tramonti di Sopra (che credo mai abbia visto la mattina un numero di clienti così eleveato assieme - anche se mi è giunta voce di serate brave per i locals) con scene surreali e via.
Qualche baldo giovane sulla Lacrima Bianca. Io e Dimitri, Andrea e Pietro e il Filosofo e Polpa sulla Via Valla.
Bella proposta: fra l'altro lo stare nel grande diedro dà un po' di grandiosità all'ambiente altrimenti verdeggiante.
Fra qualche parolaccia del Pietro, bersagliato dalle nostre pietre, e vari tentativi di superare in arrampicata degna di questo nome il breve passo in A0 (si vocifera che ce l'abbia fatta Andrea, ma ormai questa voce si perde nella leggenda; altri, come ad esempio il Pietro riferiscono "io non ho neanche guardato - il cordone è lì per qualcosa"; altri ancora hanno addotto la storia del bagnato), ben presto ci troviamo alla fine della via.
Per evitare altre bestemmie del Pietro riguardanti le pietre lungo la discesa a doppie, io e Dimitri ci avventuriamo (è proprio il caso di dirlo) in una rocambolesca traversata del bosco verticale sperando di raggiungere la parallela e già conosciuta (il giorno prima) Via Lacrima Bianca, anche per vedere come va col resto della truppa. Con movimenti indicibili su erba e sterpi verticali, con sicure "dinamiche" (ma efficaci) sugli alberi. In un quarto d'ora in qualche modo siamo sull'altra via, spuntando proprio dove ci sono in quel momento Max e Gigia, che increduli vedono due loschi figuri apparire dai cespugli strapiombanti. Risultato: una decina di zecche a testa. Il tutto però ci rallegra: dall'altra parte si sente già l'impropero costante del Pietro verso il Polpa ed il Filosofo, accusati di essere degli escrementi umani.
Dopo il dezeccamento racapricciante alla base della via, stile babuini della foresta, la Sala Prealpi ci rivede tutti quanti per le birre pomeridiane, condite da tutti gli aneddoti tragicomici dell'uscita.
LA VAL TRAMONTINA
L'alta Val Tramontina è davvero un posto strano. La grande attività dei Ragni del Masarach, appoggiata dall'amministrazione comunale di Tramonti di Sopra, ha permesso il proliferare di un enorme numero di percorsi a spit, dai monotiri di falesia alle vie a più tiri anche molto lunghe, come questa, la vicina Via Lacrima Bianca (Itin. 073), la Via della Cascata (Itin. 075) o la Parete Ovest e molte altre.
Ho sempre nutrito una certa ammirazione e gratitudine per l'opera svolta dai Ragni, sotto l'impulso di Giorgio Quaranta e Nico Valla. Vedendo la bella pubblicazione gratuita dal titolo Le Pietre del Silenzio, realizzata alla fine dell'immane lavoro di bonifica, pulitura dall'erba e spittatura, targhettatura, segnalazione degli attacchi e posa delle tabelle, l'area sembra essere una specie di Arco nostrana.
Purtroppo l'ambiente e la qualità della roccia presente in valle, forse non ha dato il risultato sperato. Quasi sempre la pietra si dimostra fragile o scagliosa ed infestata dalla vegetazione, qui portatrice di copiose zecche.
Ad ogni modo ogni tanto mi piace salire per la solitaria strada del Rest e arrampicarmi su questi versanti severi e vicini allo stesso tempo. Qui non si trova mai nessuno ad arrampicare. Anche sui percorsi lunghissimi - i più lunghi del Friuli a spit - l'attrezzatura delle vie è sempre a prova di bomba e a prova di scarsi come me. Spit da 10mm molto spesso ravvicinati, permettono di arrampicare sciolti anche a 500 m dal suolo. È veramente l'arrampicata sulle Pietre del Silenzio e forse proprio questo è il fascino recondito di queste vie che forse, ogni tanto, meriterebbero un po' di meno quiete, almeno da parte di quegli arrampicatori che apprezzano lo stile di qua.
AGGIORNAMENTI E NUOVA RELAZIONE
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