LISTA GENERALE RELAZIONI






IVgrado - FRIULI ORIENTALE

JOF DI MONTASIO
Diretta Kugy (Parete Nord)

relazione: Saverio D'Eredità

introduzione presente nella guida

Poche pareti nelle Giulie sono così dense di storia come la Nord del Montasio, imponente muraglia che corona la testata della Val Saisera. La "diretta Kugy" è senz'altro una delle più significative vie del Montasio, tanto dal punto di vista alpinistico che ambientale.
Attrezzata già nel 1911 dall'OAV (la via è storica anche in quanto rappresenta una delle prime ferrate dell'arco alpino), seppure con grande dolore di Kugy, ha subìto nei decenni stravolgimenti causati sia dall'incessante tiro delle valanghe che a più riprese hanno divelto le attrezzature, sia dal progressivo ritiro del ghiacciaio, il più basso dell'arco alpino. La crepaccia terminale di questo rappresenta infatti la vera e propria incognita della via, il cui superamento è tutt'altro che scontato. Nonostante le attrezzature agevolino molti passaggi, si tratta ancora oggi di un percorso da affrontare con rispetto e alla stregua di una via alpinistica a tutti gli effetti.
La lunghezza complessiva (quasi 800 metri), l'ambiente severo, le condizioni variabili del ghiacciaio e della parete (non di rado coperta di vetrato anche in piena estate) richiedono esperienza, preparazione e capacità di valutazione.
In ogni caso un via immancabile nel carnet di ogni amante delle Giulie!

LA NORD DEL DRAGO

La "Nord del Drago" come la denominò Kugy con la sua proverbiale intuizione per i nomi, rappresentò per l'alpinista triestino una vera e propria ossessione, un "problema" nel quale egli spese molte energie per la soluzione. Del resto questa verticale ed imponente muraglia non poteva che esercitare un'attrazione fatale per l'uomo che più di ogni altro si è dedicato con passione e costanza alla sistematica esplorazione di queste montagne. Dopo diversi tentativi le guide individuarono la via che, con logica ed intuito davvero ammirevoli, riesce a trovare il bandolo della matassa nel labirinto di cenge, pareti e canali della Nord.
Il 24 agosto del 1902 Kugy accompagnato da Bolaffio e dalla guide Anton Oitzinger e Joze Komac attacca il ripidissimo conoide del ghiacciaio del Montasio. Quest'approccio permette ai 4 di portarsi molto in alto, seppure con difficoltà costanti su roccia e su terreno sempre piuttosto esposto. Il gruppo procede spedito e sono già molto in alto quando vengono raggiunti dai rintocchi delle campane del Lussari. Essi si trovano in al punto chiave della salita. Una sottile ed esposta cornice conduce verso una piccola fessura nei quali essi intravedono la possibilità di proseguire verso pareti più abbordabili. Il valoroso Oitzinger passa avanti, ma ben presto si trova incrodato, senza possibilità di muoversi per lo zaino pesante e la precarietà della posizione. Il racconto di Kugy è vibrante di emozione: è qui che il leggendario Joze Komac superò probabilmente il passaggio più difficile della sua carriera. Per soccorre il compagno in difficoltà egli parte da solo lungo una variante sopraggiungendo dall'alto in soccorso. "Un colpo da maestro" scrisse Kugy "Nessuno più mai si arrampicherà per quelle rocce". Il passo divenne poi come "Passo Oitizinger" e rappresentò senza dubbio uno dei momenti più alti della cordata Kugy e dell'epoca dei pionieri delle Giulie. Un'impresa "estrema" per i tempi, che si presenta oggi ai nostri occhi in maniera totalmente diversa. Grande dolore recò infatti a "Herr" Kugy la sua attrezzatura da parte dell'ÖAV di Villach, anche se il precario stato dei ferri impone ancora oggi il dovuto rispetto a chi vi si avvicina. Una lettura delle pagine di "Dalla vita di una alpinista" ci riporterà sicuramente indietro al sapore di quei tempi.

 

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Bel album fotografico di Nik Tomasi su flickr.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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