LISTA GENERALE RELAZIONI






IVgrado - FRIULI OCCIDENTALE

TORRIONE SERGIO SOLERO
Via Peratoner (Cresta Nordovest)

relazione: Emiliano Zorzi

introduzione presente nella guida

Suggestivo percorso in ambiente molto bello, aperto, panoramico e solitario, non troppo distante da Sappada. Gli amanti dell'arrampicata fuori dai circuiti battuti apprezzeranno sicuramente questa salita, dalle difficoltà non elevate che comunque richiede un po' di esperienza, essendo quasi disattrezzata. Nel corso della nostra ripetizione, che crediamo sia una delle prime, abbiamo lasciato alcune soste in salita e sistemato gli ancoraggi per la discesa, non lunga ma da percorrere con la dovuta attenzione. Naturalmente la roccia, sempre buona e lavorata, addirittura a tratti ottima, ha bisogno di frequentatori per essere ripulita dalle scaglie mobili e dai detriti che comunque non infastidiscono la progressione.

racconto della salita e impressioni

Una bella, ma fredda, giornata di inizio autunno ha accompagnato questa altrettanto bella e dimenticata salita in queste profonde valli a sud di Sappada. È un peccato che abbia iniziato a frequentarle solo a fine stagione e solo grazie (o a causa) della curiosità per inserire qualche salita della zona nella guida. La scelta di questa via, non conoscendo queste rocce, è stata pseudo-casuale: la sera prima dell'escursione si sfoglia la guida grigia per trovare qualche salita che abbia difficoltà di 4°, il massimo che mi pare logico fare in posti totalmente sconosciuti, e che abbia roccia decente, anche se spesso i giudizi su guide monografiche di ampissimo respiro non sono molto uniformi.
La partenza mattutina da Sappada, in mezzo alla brina, avviene fra quel misto di curiosità e dubbi che sempre riservano le uscite di questo genere. Il rischio è quello di non combinare nulla, vuoi per la spesso inaccettabile qualità dell'arrampicata vuoi per il non riuscire a ritrovare il percorso, ma il premio è spesso quello di scoprire scalate solitarie ma affascinanti. Questa sarà una di quelle giornate.
Con il Filosofo, compare di giornata, malediciamo il fatto di non aver portato con noi le moutain-bike dato che l'amena stradina che si inoltra nella lunghissima valle è perfettamente battuta e con pendenza molto moderata. Comunque la passeggiata è rilassante e ci lascia scoprire pian piano questo mondo verde che, mentre si avanza, diviene più imponente grazie agli alti versanti di rocce e mughi che la dominano.
L'avvicinamento fra l'altro è allietato, verso la fine, da una bella cascata che il sentierino sfiora non distanti ormai dall'attacco.
La via, che appare solo nell'ultima parte dell'avvicinamento, appare logica e questo ci conforta. Fra l'altro la cresta della montagna non appare proporre difficoltà troppo elevate, almeno dal punto di vista tecnico a quanto sembra.
Che bello, si attacca a pochi passi dal sentiero (anche se a più di due ore dal parcheggio). Il primo tratto, di canale e poi di cresta, è accettabile anche se con brevi tratti non esaltanti. Ma su vie del genere si sono viste cose ben peggiori. Tutto sommato non è male. Arrivati all'inizio della cresta vera e propria l'arrampicata si fa veramente bella. Sono brevi i tratti ripidi ma, cosa sorprendente, anche sui tratti facili ed appoggiati la roccia è molto bella, solo di tanto in tanto sporcata da detriti o erba. I segni di precedenti passaggi sono inesistenti. Grazie alla nostra "cordazza" da abbandono, che sempre portiamo in queste salite (non si sa mai) lasciamo attrezzata qualche sosta su clessidre o spuntoni.
L'arrivo in vetta, dopo una decina di piacevoli tiri, ci schiude la vista al bellissimo e ameno Cadin di Elbel. Maledico di non essere venuto da queste parti prima.
In cima solo una bottiglia rotta, forse dei primi salitori, ed un cordino, vecchio ma non logoro, appoggiato su uno spuntone per calarsi.
Lo rimuoviamo dal posto dov'è perché la guida CAI non parla di calate: segnala una facile discesa per crestina e canalone, che ci pare di intuire, anche se non proprio così semplice. Fra l'altro lo spuntone dove era posizionato ormai è diventato un ex spuntone che non dà molto affidamento.
Sarà proprio la discesa, invece, la parte che darà sale alla giornata. Con il vecchio cordone sistemiamo una sosta su un clessidrone in vetta e scendo con cautela alla sottostante e vicina prima forcelletta, seguito dal Filosofo. Dall'altra parte un ripido pendio di terreno sfasciato sembra portare alla forcella di cresta così come dice la guida. Con la cordazza ci attrezziamo una doppia, dato lo stato pietoso e rischioso del terreno. Sotto una pioggia di sassi e terra arriviamo alla parte bassa del canalone. Forse era meglio calarsi direttamente dalla vetta fin qua per una parete che, vista da sotto, non era così verticale come sembrava da sopra. Comunque ormai siamo qua e va bene così.
Dopo poche decine di metri il canalone, friabile a dir poco, sprofonda di nuovo in un caminetto di roccia sfasciata. Di arrampicare in giù non se ne parla, tanto che un altro vecchio cordone, attorno ad uno spuntone che definire in posizione scomoda è un eufemismo, segnala che i primi salitori hanno effettuato un'altra doppia. Noi non possiamo essere da meno e, integrato il cordone con uno nuovo, con altri 50 m siamo quasi giù ed è un sollievo.
Alla faccia della breve discesetta. Abbiamo perso quasi due ore per capire dove eravamo, per attrezzare le doppie ed altre amenità. L'ora è giusta, né presto né tardi. Rientriamo per il bel sentiero, anche se adesso malediciamo ancora di più il fatto di non avere le mountain-bike che, senza una pedalata, ci avrebbero riportato in auto in un attimo. Invece ci scarrozziamo gli zaini, con annesso mal di schiena montante, per due ore!
Meno male che poi ci son le birre.

 

RELAZIONE AGGIORNATA NELLA NUOVA GUIDA
ALPI CARNICHE OCCIDENTALI

 

 

 

 

 

 

 

CORREZIONI ed AGGIORNAMENTI

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