LISTA GENERALE RELAZIONI






IVgrado - FRIULI OCCIDENTALE

CRESTA VAL DI GUERRA
Via del Mondo Nuovo (Parete Est)

relazione: Emiliano Zorzi

introduzione presente nella guida

Si tratta di un percorso grandioso che percorre la grande parete della Cima Val di Guerra, che si estende regolare a sx del notevole Torrione Comici. La via nella parte bassa, fino alla zona di cenge detritiche e spioventi posta a metà parete, si svolge lungo fessure e caminetti sui quali si alternano tratti facili a brevi passaggi più impegnativi. Nella parte alta è caratterizzata da un lungo camino, impegnativo, ben visibile dal rifugio, che sbuca sulla cresta ben distante e a sx della vetta della Cima Val di Guerra, che infatti non si avvicina nemmeno. Allo stato attuale si tratta di una salita severa che richiede esperienza, per la qualità della roccia disuguale, per la difficoltà di orientamento e per l'attrezzatura presente in parete molto scarsa con soste da attrezzare o integrare. Una volta che si siano accumulate le ripetizioni, con la conseguente ripulitura di vari tratti friabili e la comparsa di chiodi di passaggio, diventerà sicuramente un percorso meritevole. Si attendono volontari... Soste non sempre facili da rinvenire.
NB: la nostra ripetizione si è svolta nella prima parte lungo la parallela Via Liessi-Toso al Torrione Conighi (vedi Itin. 022) dalla quale, prima del tiro conclusivo, ci siamo raccordati verso dx, lungo cenge detritiche e traversi non difficili ma delicati in qualche punto, alla Via del Mondo Nuovo alla sosta 9. Nella presente relazione i tiri 1-9 sono perciò desunti dalla relazione e dallo schizzo presente al Rifugio Flaiban-Pacherini, che per la parte alta della via abbiamo trovato affidabile. Si segnala in nell'itinerario al Torrione Conighi e nello schizzo il raccordo fra le due vie per chi volesse seguire la combinazione percorsa nella nostra salita, di difficoltà più omogonee ma dalla linea meno logica.

racconto della salita e impressioni

Grazie alle guide ho scoperto il fascino della scoperta. Spesso ci si imbatte in cose non propriamente belle ma il fatto di essere in posti pochissimo battuti, cercarsi la strada secondo la propria logica (o illogica) personale e l'arrangiarsi in tutti i sensi, fa sì che comunque certe salite rimangano comunque come belle emozioni. Ogni scarrafone è bello a mamma sua.
Non è comunque il caso di questa via, che è un percorso grandioso, non sempre esaltante come arrampicata ma dall'ambiente selvaggio.
Una prima visita al Rifugio Flaiban-Pacherini con relative scalate sul Pramaggiore, ci dischiude questo mondo di rocce, dimenticato da quasi tutti e a torto.
Claudio Mitri, il gestore che ancora oggi effettua tutti i trasporti per il rifugio con la gerla e le proprie gambe, ci consiglia, fra le molte vie aperte da Liessi nei dintorni, questa del Mondo Nuovo, sulla grande parete della Cima Val di Guerra, proprio in faccia al rifugio.
Le vie vecchie (di Comici, di Del Torso e dei triestini del dopoguerra) non le fa nessuno, quelle di Liessi aspettano quasi tutte la prima ripetizione.
Quella del Mondo Nuovo, a quanto sappiamo, è stata ripetuta da due amici di Claudio, fra l'altro compagno di Liessi nell'apertura.
Consultando il librone degli schizzi, attraverso varie congetture, con il Gerri decidiamo per una soluzione conservativa: saliremo per la Via Liessi-Toso al Torrione Conighi, che comunque potremmo fare come via a sé stante in caso di scazzi in quanto sembrerebbe attrezzata per scenderci in doppia, per poi eventualmente traversare verso la Via del Mondo Nuovo, cosa a quanto pare fattibile secondo i racconti di Claudio.
Tutto ciò è sulla carta e in teoria, visto che a parte Liessi e Claudio nessuno ha calcato quelle rocce. Fra l'altro così eviteremo anche un passaggio classificato di 6°- nella parte bassa del Mondo Nuovo: su una via che non sappiamo nemmeno com'è e se è un minimo chiodata, non ci pare il caso. Fra l'altro ce n'è uno anche in alto che comunque dovremo affrontare.
Sveglia antelucana e alle 5 siamo all'attacco. La via sul Conighi non è male, anche se naturalmente con roccia a tratti da disgaggiare, ma mentre saliamo non capiamo come ci si possa calare in doppia dalle soste presenti (un chiodo e un cordino) senza fare affidamento costante sulla buona sorte in modo che l'unico ancoraggio presente tenga e non tutti danno una gran sicurezza. Il fatto di lasciare sul posto sei o sette chiodi (cioè una cinquantina di euro tradotti in soldoni) decide già da sé il fatto che traverseremo sulla Via del Mondo Nuovo.
Le comode cenge orizzontali che tagliano la parete a metà altezza non sono poi né così comode né così orizzontali. Quella che prendiamo noi sale e scende con tratti larghi e altri da star attenti, comunque sempre su ghiaia spiovente e non pestata. Un tratto di arrampicata poi ci porta quasi per sbaglio o per grazia ricevuta sotto la seconda parte della Via del Mondo Nuovo (si ritrova un chiodo dei soliti di Liessi).
Il camino soprastante è, ad onor del vero, schifoso per "qualità" della roccia e ci pare anche pericoloso. Un bel chiodo dei nostri rimane là. Fra l'altro gira la leggenda urbana che durante la prima ripetizione qui, fra moroso e morosa componenti della cordata, sia scattata una scena in cui lei avesse iniziato a "sollecitare educatamente ad alta voce" il suo primo di cordata sul fatto che potevano trovarsi una via migliore e che era meglio scendere.
Al Gerri era addirittura venuto in mente di scalare una fessura verticale poco più a sinistra e che evidentemente finiva sullo stesso terrazzino. Anch'io in modo poco urbano faccio notare che mi sembra durotta e che è meglio lasciarla là in pace, anche se su roccia migliore.
Siamo sopra al tratto schifoso. Un altro po' e finalmente siamo all'inizio del lungo camino che ben si vede dal rifugio e che porta in cima. Si parla un gran bene di questi tiri.
La sosta sotto, che una volta c'era, adesso non c'è più. Si vede la striscia di vernice di un chiodo che, piantato in apertura o forse nella prima ripetizione, ha staccato l'intero blocco di roccia della sosta. Forse è stato meglio non calarsi in doppia dal Conighi.
Il camino dovrebbe partire con un 6°- che non c'è, a meno che noi oggi non siamo in una forma strabiliante. Confortati dall'aver superato il passaggio chiave saliamo alla sosta a metà camino. Il tiro dopo, invece, è veramente sostenuto e il Gerri ha il suo bel da fare. Io, come sempre al seguito, con qualche favorino dall'alto mi arrangio abbastanza degnamente. Altri due tiri, di cui l'ultimo su "lame molto friabili" come dice la stessa relazione dei primi salitori, porta all'uscita.
Ah, che sollievo! Dall'altra parte c'è un grande catino ghiaioso in fondo al quale si vede già il sentiero.
L'atmosfera si rilassa con autoscatti e foto varie.

 

RELAZIONE AGGIORNATA NELLA NUOVA GUIDA
ALPI CARNICHE OCCIDENTALI

 

 

 

 

 

 

 

CORREZIONI ed AGGIORNAMENTI

Nessuna correzione o aggiornamento da segnalare.

IMMAGINI AD ALTA DEFINIZIONE SCARICABILI




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