LISTA GENERALE RELAZIONI






IVgrado - DOLOMITI OCCIDENTALI - 2

PALA DI SAN MARTINO
Gran Pilastro (Versante Ovest)

relazione: Emiliano Zorzi

introduzione presente nella guida

Il Gran Pilastro della Pala è una via superba, che segue una delle linee più eleganti ed impressionanti del gruppo; d'altronde la sua celebrità è ben meritata. La roccia è molto buona in quasi tutta la scalata, l'esposizione, specialmente nel tratto superiore è marcata ma non ossessionante, così come le difficoltà mai esasperanti ma costanti. Da non sottovalutare assolutamente l'impegno complessivo, fra salita (lunga) e discesa (complicata e non facile). Il Bivacco delle Guide, posto in cima alla Pala, è provvidenziale nei casi di salita lenta o per altri problemi, dato che la discesa non è da intraprendere ad ora troppo tarda o con tempo non favorevole.
Il percorso è obbligato nei camini iniziali e nel diedro finale, mentre la parte centrale appoggiata (tiri 11-17) offre varie soluzioni ed il percorso è tutt'altro che obbligato.

racconto della salita e impressioni

Una scalata, anzi una giornata che non perde mai il fascino grandioso. Una goduria e una sfida per il quartogradista. Simile ad altre vie della vecchia scuola, come la Dimai alla Tofana o la classica alla Sud della Marmolada, ma nel complesso meno severa in salita.
La discesa invece, specialmente per i meno che normodotati come chi scrive, è sempre stato lo spauracchio della giornata. Nell'estate duemila, dopo un po' di periodo di incubazione, con il Guaina decidiamo che è l'ora di entrare fra la schiera dei simil-alpinisti.
Partenza ad ore improbabili dal Pradidali e via. Passo di Ball al buio, attacco lungo i primi tiri del diedro Pisoni, traverso in discesa, caminone lunghissimo e via si sbuca all'aperto sul pilastro.
Cerchiamo di individuare il diedro d'uscita: lo individuiamo in un pauroso diedro giallastro aperto. Sembra al limite dell'impossibile ma non vediamo altri. Ci dirigiamo baldanzosi (si fa per dire, visto che le ore volano come minuti) accorgendoci appena in tempo che il diedro in questione non si può fare (è l'uscita di una via artificiale degli anni sessanta) e che a destra c'è quello giusto. Traverso in gran esposizione: sembra veramente di essere in aereo, l'altezza da terra e la vista aperta dà una sensazione di grande altezza. Comunque qualche altra anima persa è già passata di qua visto che ci son chiodi, che sempre abbondano sui martelli degli stolti.
Il diedro, quello giusto, è ben più umano dell'altro.
In cresta ci sleghiamo e saliamo con un'andatura simile alla ritirata di Russia ed alla si salvi chi può. Il Guaina, con lo zaino al seguito ed in preda ad un calo di zuccheri da tappone pirenaico, arriva in cima dopo quasi tre quarti d'ora, quando ormai penso che abbia preferito dormire sotto a qualche sasso.
Al bivacco in cima arrivano anche due inglesi che avranno attaccato almeno tre ore dopo di noi, visto che sono saliti in funivia il giorno stesso. Per pudore non menziono il nostro tempo di salita.
Brevissima visita al bivacco e via giù, considerando anche che le nubi ci inseguono non troppo benigne.
La famigerata discesa: all'inizio si scende abbastanza e su terreno tranquillo con tracce di sentiero. Tutto ciò dà fiducia, anche perché si vede la fine della cresta non molto distante. Forse in fondo non è così male come si dice. Macché, finite le tracce di sentiero si inizia ad arrangiarsi sulla Quinta Torre (benigna) e poi sulla Quarta (malvagissima). Due brevi calate in diagonale e siamo su una cengia abbastanza ignobile che seguita alla meglio porta alla forcelletta con pinnacolo. Come sempre capita in discesa, la mia imbranataggine mi consuma. Alla forcella insulto il Guaina dicendogli che è meglio legarsi. Lui mi manda anche perché visto il terreno non capisce bene a cosa serva legarsi quando è quasi impossibile fare una sicurezza decente, a meno di non effettuare veri e propri tiri di corda e di piantare chiodi. Comunque le mie educatissime rimostranze fanno sì che per pietà tiriamo fuori un pezzo di corda. Infondo cadere in due is meglio che one.
L'andatura comunque prosegue stranamente sostenuta, anche perché pressati dai tuoni in arrivo. Arriviamo all'Altipiano delle Pale in un tempo onorevole, pur avendo perso vari anni di vita lungo i simpatici traversini, e quindi al Pradidali non molto dopo l'ora di cena. Che sollievo.
La risalita alle camere avviene comunque a furia di lanci estremi lungo il corrimano delle scale visto che le gambe ormai sono inservibili.


Nonostante la buona intenzione di non tornare più sulla Pala a meno che non installassero una bella scala mobile per scendere, l'annuale vacanza estiva al Pradidali, questa volta con il socio Dimitri, porta alla balzana idea di andare sul Pilastro. Il fatto di andar a "rettificare" il tracciato per la relazione della guida dopo dieci anni, alla fine mi fa cedere alle insistenze. In fondo in qualche modo la gravità sempre aiuta a scendere!
La salita si svolge rapida (sempre relativamente) e senza intoppi. Anche questa volta mi pare veramente bella. Raddrizziamo i tiri che l'altra volta avevamo fatto più a sinistra. Arriviamo in cima nemmeno alla frutta e nella metà del tempo della volta prima.
In discesa siamo anche confortati da due che sono saliti per la normale.
Ripetiamo il tran tran dell'altra volta e sulla bislacca Quarta Torre non prendiamo le calate diagonali, ma, fidandoci dei due compagni di avventura, con un traverso agghiacciante, con una sicura su una clessidra-grissino torinese, raggiungiamo un enorme anellone cementato da cui calarsi direttamente alla forcella del gendarme. Forse questo percorso è ancora più indecente di quello fatto l'altra volta. Forse in una futura terza discesa troveremo il bandolo della matassa anche perché i segni rossi, che bene o male indicano la via, qui spariscono e poi riappaiono alla forcella del gendarme. Mistero della fede.
Soliti numeri circensi con andatura di conserva che non aiuta molto a conservare la vita e siamo alla fine della discesa e poi in rifugio, almeno questa volta per l'ora di ordinare le cene e senza salire in camera a lanci sul corrimano.

 

RELAZIONE COMPLETA NELLA GUIDA
IVgrado - DOLOMITI OCCIDENTALI - parte 2

 

 

 

 

 

 

 

CORREZIONI ed AGGIORNAMENTI

Rispetto alla precedente edizione del Volume 1 (anno 2009), sono stati rettificati alcuni tiri della zona centrale. Il percorso proposto precedentemente, meno logico, corre più a sx.

Clicca sull'icona sotto per la relazione completa in pdf.

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