Quasi
invisibili dai fondovalle, protette dai loro fianchi impervi e da selvaggi e
apparentemente inaccessibili canaloni, le cime del Gruppo Vacalizza-Vieres conservano
ancora tra le loro pareti lo spazio per un alpinismo di scoperta ed avventura.
La Punta Begareli, insieme con la
gemella e quasi identica Punta Claut, è una vetta satellite del ben più
possente massiccio dei Vieres che domina dai suoi spalti dolomitici le valli
Settimana e Cimoliana. Le due relativamente piccole cime mostrano ad ovest
delle belle pareti di sana roccia articolata che offrono remunerative
arrampicate di media difficoltà. Tuttavia in luoghi come questi non sarà mai la
pura cifra tecnica o la bellezza dell’arrampicata in sé a costituire l’elemento
distintivo, quanto piuttosto l’esperienza completa della montagna a partire
dagli approcci lunghi e faticosi, i rientri complessi e il totale isolamento
che tuttora avvolge questi luoghi. Si tratta dunque di vie, anche le più
semplici come quella proposta, riservate all’alpinista esperto e soprattutto
motivato, che non si faccia scoraggiare da ore di avvicinamento e dall’ambiente
selvaggio di queste montagne, ma che sia in grado di apprezzare e godere
appieno l’intensità di queste esperienze.
Primi salitori: G.
Giordani, L. De Biasio, R. Di Daniel e F. Martini 20 giugno 1976
Sviluppo: 350
m
Difficoltà: AD max: 4°- (un passaggio)
Tempo previsto: 3 ore
Roccia: generalmente
buona e lavorata; data la scarsa frequentazione ancora da ripulire
Materiale: chiodatura
assente: portare un paio di friend e dadi, alcuni chiodi
Punti d’appoggio: via
di accesso diretto
Cartine: Tabacco foglio 021 (Dolomiti
d’Oltre Piave) scala 1:25.000
Accesso:
Come tutti gli approcci a questi monti
si tratta di percorsi molto lunghi, faticosi e in terreno quasi vergine. I
sentieri non sono che tracce segnate da ometti o sporadici (e quasi
irriconoscibili) bolli. Richiedono dunque esperienza escursionistica e un
attento studio dei percorsi. Per le vie a Punta Begareli e Punta Claut vi sono
due possibilità: per il Ciol de Susana e la prima cengia dei Vieres, o
direttamente per il Ciol de Gaieda. Noi abbiamo scelto quest’ultimo,
sicuramente più diretto e con minor sviluppo, ma che implica anche un percorso
più faticoso, accidentato e con un breve ma scabroso passaggio per accedere
alla Prima Cengia.
Si lascia l’auto in Val Settimana (km
2.5) all’altezza degli Stavoli Parigina. Qui si individua una traccia che
scende nel fiume il quale si attraversa tramite una passerella con cavetto. Il
sentiero prosegue ben segnato fino a Stavoli Fioridut. Dopo le prime case a sx si
stacca una traccia che dopo poco risulta quasi invisibile, invasa dalla
vegetazione. Con attenzione comunque la si rinviene, insieme con sbiaditi bolli
rossi (è il sentiero dismesso per Forcella Vacalizza). A quota 825 appena fuori
dal bosco, ci si affaccia nello sbocco del Ciol di Gaieda. Qui si abbandona il
sentiero che attraversando il ghaione porta a Forcella Vacalizza o Vacialissa
per prendere una labile traccia che sulla dx taglia un ghiaione e si addentra
nel Ciol. Da qui in poi il percorso deve essere rintracciato man mano salendo;
comunque è abbastanza evidente (ometti, tracce). È possibile risalire il Ciol
(immane colata di ghiaia che si origina direttamente dallo stretto intaglio
della “Fessura”) tanto sulla dx che sulla sx (salendo). In circa 2 ore e mezza
si giunge nell’amena conca del Ciadinut (q. 1600), i cui verdi prati
interrompono la monotonia del ghiaione. Sopra si innalzano le pareti della Cima
Gaieda, della Cima dei Vieres e le due punte Begareli e Claut, che incombono
alla nostra destra. Qui è si trova anche un posto da bivacco, sotto la parete
di sx in una rientranza (corda). Sullo zoccolo di dx, sottostante
Salita:
1)
Si
attaccano le rocce dello spigolo, articolate e solide mirando alla base di un
caminetto ben visibile a dx dello spigolo. 40
m; 2°+; sosta su spuntone
2)
Approcciare
un primo corto caminetto (3°-), quindi entrare in un secondo più marcato che si
risale (3°+) fino al suo termine. Conviene sostare subito usciti a sx su uno
spuntone (cordino vecchio). 30 m; 3°+;
sosta su spuntone.
3)
Obliquare
in salita verso dx passando a dx di un risalto dello spigolo e superata una
macchia di mughi guadagnare una cengetta erbosa sotto una bassa fascia
rocciosa. Sosta su grande mugo. Si rinviene nelle vicinanze 1C con maglia
rapida. 50 m; 1°.
4)
Forse
è possibile superare direttamente la fascia rocciosa (3°/4°) ma su roccia dalla
dubbia tenuta e poco assicurabile. Traversare quindi a dx su cornici rocciose a
tratti friabili verso il centro della parete, indovinando una rientranza nella
stessa. Raggiungerla per sostare alla base di una fessura camino. 30 m; 1°, 2°; sosta da attrezzare.
5)
Affrontare
e superare la fessura camino, di buona roccia appigliata (3°+, p. 4°-) oltre la
quale si sosta su una grande clessidra o su spuntoni in zona. 25 m; 3°+, 4°-.
6)
Per
facili rocce riportarsi in prossimità dello spigolo. Si aggira a dx uno sbalzo
verticale con un passaggio delicato per la roccia poco salda (3°) poi più
facilmente si raggiunge una zona di rocce appoggiate. 45 m; 2°, 3°; sosta da attrezzare
7)
Facilmente
si riguadagna il filo di cresta, dove conviene sostare su spuntoni (ometto). 20 m; 2° sosta su spuntone. N.B: da qui seguendo una cengetta è già
possibile ricollegarsi al canalone di discesa senza alcuna difficoltà.
8-9) Seguire il filo di
cresta, su bella roccia solida e articolata seguendo il percorso più logico per
ca. 100 m (3°, soste su spuntoni). Da ultimo la cresta si corica appiattendosi.
Si raggiunge un intaglio dove è possibile slegarsi. Si sale in cima per
roccette facili miste ad erba sulla sx.
Discesa
Un po’laboriosa ma lineare. Può essere
utile avere qualche cordino da abbandonare o chiodo per rinforzare le calate.
Scendere in direzione della Cima di Vieres (N) per tracce nell’erba e mughi. Ad
un salto sopra la Forcella Begareli, spostarsi a dx per andare a prendere una
poco visibile calata da cordino su mugo che permette di superare un breve
muretto verticale e un canalino (CD 1: 10 m) che deposita in forcella.
Scendere il canalone lato O con alcuni
tratti di arrampicata (2°) e 3 CD che permettono di superare alcuni salti
creati da massi incastrati.
CD2: da 1C con maglia rapida sulla sx
(15 m)
CD3: da 1C con cordini sulla dx (25 m)
CD4: direttamente da masso incastrato
(10 m) oppure disarrampicando per rocce ripide a dx (3°). Si raggiunge così la
prima cengia di Vieres e l’attacco.
Per evitare il passaggio scabroso di
accesso, una soluzione diversa può essere quella di calarsi direttamente per lo
zoccolo sottostante
CD 5: 40 m (si incrocia 1C con cordino
dopo 20 m). Meglio recuperare le corde dopo i primi 25 m per evitare incastri e
scendere poi i restanti metri per uno stretto canalino (2°) raggiungendo la
successiva calata dentro il camino.
CD6: 60 m (si incrocia una sosta di
calata su 2C e cordini dentro il camino dopo 25 m).
Si
raggiunge così il fondo del Ciol de Gaieda all’altezza del Ciadinut da dove si
riprende il percorso d’attacco. Recupero delle corde difficoltoso per incastri.
Ore
1,30 – 2 fin qui.
Foto principali
Relazione in pdf