PUNTA BEGARELI, m 2016

Cresta Ovest

Relazione di Saverio D’Eredità – salita del 24/06/2012

 

Quasi invisibili dai fondovalle, protette dai loro fianchi impervi e da selvaggi e apparentemente inaccessibili canaloni, le cime del Gruppo Vacalizza-Vieres conservano ancora tra le loro pareti lo spazio per un alpinismo di scoperta ed avventura.

La Punta Begareli, insieme con la gemella e quasi identica Punta Claut, è una vetta satellite del ben più possente massiccio dei Vieres che domina dai suoi spalti dolomitici le valli Settimana e Cimoliana. Le due relativamente piccole cime mostrano ad ovest delle belle pareti di sana roccia articolata che offrono remunerative arrampicate di media difficoltà. Tuttavia in luoghi come questi non sarà mai la pura cifra tecnica o la bellezza dell’arrampicata in sé a costituire l’elemento distintivo, quanto piuttosto l’esperienza completa della montagna a partire dagli approcci lunghi e faticosi, i rientri complessi e il totale isolamento che tuttora avvolge questi luoghi. Si tratta dunque di vie, anche le più semplici come quella proposta, riservate all’alpinista esperto e soprattutto motivato, che non si faccia scoraggiare da ore di avvicinamento e dall’ambiente selvaggio di queste montagne, ma che sia in grado di apprezzare e godere appieno l’intensità di queste esperienze.

 

 

Primi salitori:                  G. Giordani, L. De Biasio, R. Di Daniel e F. Martini 20 giugno 1976

Sviluppo:                         350 m

Difficoltà:                         AD                                  max:   4°- (un passaggio)

Tempo previsto:            3 ore

Roccia:                            generalmente buona e lavorata; data la scarsa frequentazione ancora da ripulire

Materiale:                         chiodatura assente: portare un paio di friend e dadi, alcuni chiodi

Punti d’appoggio:         via di accesso diretto

Cartine:                            Tabacco foglio 021 (Dolomiti d’Oltre Piave) scala 1:25.000

 

Accesso:

Come tutti gli approcci a questi monti si tratta di percorsi molto lunghi, faticosi e in terreno quasi vergine. I sentieri non sono che tracce segnate da ometti o sporadici (e quasi irriconoscibili) bolli. Richiedono dunque esperienza escursionistica e un attento studio dei percorsi. Per le vie a Punta Begareli e Punta Claut vi sono due possibilità: per il Ciol de Susana e la prima cengia dei Vieres, o direttamente per il Ciol de Gaieda. Noi abbiamo scelto quest’ultimo, sicuramente più diretto e con minor sviluppo, ma che implica anche un percorso più faticoso, accidentato e con un breve ma scabroso passaggio per accedere alla Prima Cengia.

Si lascia l’auto in Val Settimana (km 2.5) all’altezza degli Stavoli Parigina. Qui si individua una traccia che scende nel fiume il quale si attraversa tramite una passerella con cavetto. Il sentiero prosegue ben segnato fino a Stavoli Fioridut. Dopo le prime case a sx si stacca una traccia che dopo poco risulta quasi invisibile, invasa dalla vegetazione. Con attenzione comunque la si rinviene, insieme con sbiaditi bolli rossi (è il sentiero dismesso per Forcella Vacalizza). A quota 825 appena fuori dal bosco, ci si affaccia nello sbocco del Ciol di Gaieda. Qui si abbandona il sentiero che attraversando il ghaione porta a Forcella Vacalizza o Vacialissa per prendere una labile traccia che sulla dx taglia un ghiaione e si addentra nel Ciol. Da qui in poi il percorso deve essere rintracciato man mano salendo; comunque è abbastanza evidente (ometti, tracce). È possibile risalire il Ciol (immane colata di ghiaia che si origina direttamente dallo stretto intaglio della “Fessura”) tanto sulla dx che sulla sx (salendo). In circa 2 ore e mezza si giunge nell’amena conca del Ciadinut (q. 1600), i cui verdi prati interrompono la monotonia del ghiaione. Sopra si innalzano le pareti della Cima Gaieda, della Cima dei Vieres e le due punte Begareli e Claut, che incombono alla nostra destra. Qui è si trova anche un posto da bivacco, sotto la parete di sx in una rientranza (corda). Sullo zoccolo di dx, sottostante la Prima Cengia dei Vieres e sulla verticale della Punta Claut, si apre un evidente camino che dà la possibilità di salire con 3 tiri di corda (3°/4°) direttamene all’attacco delle vie (circa un’ora e mezza). Conviene continuare invece a salire per il canalone, che qui si stringe ad angusta forra. Con passaggi vari e in ambiente incredibilmente selvaggio si superano alcune strozzature, spesso passando sotto o in prossimità di piccole cascate (2°, pericolo caduta sassi). Usciti dalla strettoia, in una zona ingombra di grossi massi proprio all’inizio di un successivo e più ripido restringimento del canalone che porta alla Fessura si individua a dx la banca ghiaiosa della Prima Cengia. Si abbandona quindi il canalone per seguire la cengia, inizialmente invitante, la quale si interrompe bruscamente dopo ca. 100 m. Qui bisogna superare un insidioso passaggio su stretta cornice con ghiaia e terra, esposta sopra la forra sottostante (scarse possibilità di assicurarsi, 2°, sporco e delicato). Superato il malpasso la cengia prosegue solare sotto le pareti di Vieres, Punta Begareli e Claut. Proprio allo sbocco del canalone tra la possente parete SO di Cima dei Vieres e la Punta Begareli, sul margine dx si trova l’attacco della Cresta Ovest. Circa 4 ore dalla strada.

 

Salita:

1)        Si attaccano le rocce dello spigolo, articolate e solide mirando alla base di un caminetto ben visibile a dx dello spigolo. 40 m; 2°+; sosta su spuntone

2)        Approcciare un primo corto caminetto (3°-), quindi entrare in un secondo più marcato che si risale (3°+) fino al suo termine. Conviene sostare subito usciti a sx su uno spuntone (cordino vecchio). 30 m; 3°+; sosta su spuntone.

3)        Obliquare in salita verso dx passando a dx di un risalto dello spigolo e superata una macchia di mughi guadagnare una cengetta erbosa sotto una bassa fascia rocciosa. Sosta su grande mugo. Si rinviene nelle vicinanze 1C con maglia rapida. 50 m; 1°.

4)        Forse è possibile superare direttamente la fascia rocciosa (3°/4°) ma su roccia dalla dubbia tenuta e poco assicurabile. Traversare quindi a dx su cornici rocciose a tratti friabili verso il centro della parete, indovinando una rientranza nella stessa. Raggiungerla per sostare alla base di una fessura camino. 30 m; 1°, 2°; sosta da attrezzare.

5)        Affrontare e superare la fessura camino, di buona roccia appigliata (3°+, p. 4°-) oltre la quale si sosta su una grande clessidra o su spuntoni in zona. 25 m; 3°+, 4°-.

6)        Per facili rocce riportarsi in prossimità dello spigolo. Si aggira a dx uno sbalzo verticale con un passaggio delicato per la roccia poco salda (3°) poi più facilmente si raggiunge una zona di rocce appoggiate. 45 m; 2°, 3°; sosta da attrezzare

7)        Facilmente si riguadagna il filo di cresta, dove conviene sostare su spuntoni (ometto). 20 m; 2° sosta su spuntone. N.B: da qui seguendo una cengetta è già possibile ricollegarsi al canalone di discesa senza alcuna difficoltà.

8-9) Seguire il filo di cresta, su bella roccia solida e articolata seguendo il percorso più logico per ca. 100 m (3°, soste su spuntoni). Da ultimo la cresta si corica appiattendosi. Si raggiunge un intaglio dove è possibile slegarsi. Si sale in cima per roccette facili miste ad erba sulla sx.

 

 

 

Discesa

Un po’laboriosa ma lineare. Può essere utile avere qualche cordino da abbandonare o chiodo per rinforzare le calate. Scendere in direzione della Cima di Vieres (N) per tracce nell’erba e mughi. Ad un salto sopra la Forcella Begareli, spostarsi a dx per andare a prendere una poco visibile calata da cordino su mugo che permette di superare un breve muretto verticale e un canalino (CD 1: 10 m) che deposita in forcella.

Scendere il canalone lato O con alcuni tratti di arrampicata (2°) e 3 CD che permettono di superare alcuni salti creati da massi incastrati.

CD2: da 1C con maglia rapida sulla sx (15 m)

CD3: da 1C con cordini sulla dx (25 m)

CD4: direttamente da masso incastrato (10 m) oppure disarrampicando per rocce ripide a dx (3°). Si raggiunge così la prima cengia di Vieres e l’attacco.

Per evitare il passaggio scabroso di accesso, una soluzione diversa può essere quella di calarsi direttamente per lo zoccolo sottostante la Prima Cengia lungo i 3 tiri in camino descritti nell’avvicinamento. Si percorre la cengia verso sx (S) e poco prima del canale tra Begareli e Claut ci si abbassa in uno scolo di ghiaia portandosi a monte di un profondo camino con gigantesco masso incastrato. Qui si rinviene una sosta di calata su cordini. La linea di calata segue il camino meno marcato di dx.

CD 5: 40 m (si incrocia 1C con cordino dopo 20 m). Meglio recuperare le corde dopo i primi 25 m per evitare incastri e scendere poi i restanti metri per uno stretto canalino (2°) raggiungendo la successiva calata dentro il camino.

CD6: 60 m (si incrocia una sosta di calata su 2C e cordini dentro il camino dopo 25 m).

Si raggiunge così il fondo del Ciol de Gaieda all’altezza del Ciadinut da dove si riprende il percorso d’attacco. Recupero delle corde difficoltoso per incastri.

Ore 1,30 – 2 fin qui.

Foto principali

 

 

 

 

Relazione in pdf