Salita molto estetica, costantemente esposta, lungo il
poco definito profilo meridionale del Nuvolo. La roccia splendida fa sì che le
difficoltà tecniche, abbastanza continue e con qualche passo che richiede
decisione, siano godibili per chi comunque possiede un livello tecnico
adeguato. Una successione di placche, fessure, diedri e colatoi rendono il
tutto molto vario. Bello l’ambiente montano in cui si svolge. Le soste sono
state recentissimamente attrezzate con fittoni resinati. Discesa elementare ma
lunga, specialmente se, come sempre accade, non si ritorna in tempo per
l’ultima funivia.
Primi salitori: Q.
Scalet, G. Gaio e E. Boi, 30
agosto 1958
Sviluppo: 335
m
Difficoltà: TD max: 5°, pp. 5°+
Tempo previsto: 4 - 5 ore
Roccia: ottima
Materiale: dadi,
friend, 2 – 3 chiodi (soste attrezzate a fix
resinati, pochi chiodi di passaggio)
Punti d’appoggio: Rifugio
Rosetta, Bivacco Fiamme Gialle
Cartine: Tabacco foglio 022 (Pale
di San Martino), scala 1:25.000
Accesso:
Dal Rifugio Rosetta
si percorre il sentiero (716) che supera il Passo Bettega ed entra nella Val
dei Cantoni. Si risale per qualche centinaio di metri la valle, abbandonando il
sentiero segnato nel fondo ghiaioso della stessa, poco prima che prenda a
salire sulle roccette del salto centrale della valle (45 min. dal rifugio).
Si attraversa il
vallone detritico e si inizia a salire lo zoccolo che sostiene il versante SO
del Nuvolo, stando alcune decine di metri a sx del margine dx dello zoccolo,
marcato dal profondo canalone che corre a dx del Nuvolo. Per divertenti
roccette con detriti si raggiunge una specie di piccola conca a ca. 80 m da
terra, quasi sul margine dx dello zoccolo. Poco più in alto, su una piccola
cengetta si rinvengono 2CLF che contraddistinguono l’attacco (vedi foto).
Ore 1,15 dal Rifugio
Rosetta.
Salita:
1)
Si
scalano le belle rocce grigie appoggiate che presto portano alla base della
repulsiva parete verticale giallastra ad una nicchietta
(quella a sx e più in alto della più bassa delle varie nicchie presenti) dove
si rinviene 1CL. Si scavalca un po’ verso dx il basso bordo un po’
strapiombante della nicchia (1C poco sopra a sx). Si traversa a dx per alcuni
metri verso una placca grigiastra, entrando al suo margine sx (che forma un
vago diedrino) con un breve passo difficile (p. 5°+). Si prosegue ora più
facilmente scalando con leggero obliquo a dx (1CL) puntando ad un diedrino che
si sale fino alla sosta su terrazzino esposto. 40 m; 4°+, p. 5°+; 1C, 2CL, 2SF.
2)
Si
scala il corto diedro soprastante che dopo poco obbliga ad un breve passo a dx
(5°, p. 5°+, 2C). Sopra il diedro si continua per rocce più facili e con bella
arrampicata leggermente verso sx su fessure superficiali nei pressi dello spigolo
fino a dei terrazzini. Si continua direttamente per rocce giallastre (1C) fino
all’esposto terrazzino di sosta. 50 m;
4°, pp. 5° e 5°+; 3C, 2SF.
3)
Si traversa un paio di metri in leggera salita verso dx fino a 1C dal quale si sale (p. 5°) a prendere una fessura-diedro un po' giallastra e leggermente obliqua a dx fino sotto uno strapiombetto giallo sullo spigolo, che qui si gira a dx (1C). Si continua nei pressi dell'arrotondato spigolo per fessure ottimamente appigliate (1C) fino alla comoda sosta su terrazzino. 50 m; 4°, p. 5°; 2C, 2SF.
NB: dal primo chiodo è anche possibile traversare ancora a dx in esposizione e salire le placche grigie soprastanti lungo una fessurina superficiale (delicato) fino allo strapiombetto giallo (5°, esposto, difficile protezione).
4)
A
dx della sosta si sale una pancetta di roccia (p. 5°-) sopra la quale inizia
una fessura non chiaramente visibile dalla sosta. La si asseconda con bella e
facile arrampicata ritornando a sx sullo spigolo. Poco a sx dello stesso si
continua per terreno molto lavorato fino alla comoda sosta. 30 m; 3°, 4°, p. 5°-.
NB:
non conviene assolutamente spostarsi sulle placche a dx dello spigolo come
riportato da alcune relazioni.
5)
Si
traversa a sx lungo il terrazzino (1CL) sotto rocce gialle aggirando uno spigoletto. Poco oltre questo si scala direttamente su
parete giallastra verticale di ottima roccia appigliata, assecondando fessure e
grosse prese (4°, p. 4°+, 1C) arrivando ad un comodo spiazzo alla base di un
netto diedro giallastro. 40 m; 4°, 4°+;
1CL, 1C, 2SF.
6)
Si
scala direttamente il diedro, molto regolare e verticale, con arrampicata
sostenuta (5°) ma sempre ben proteggibile (1CU). A metà diedro si superano
alcuni metri più impegnativi (5°+), sopra i quali si prosegue di nuovo con
arrampicata da manuale fino al termine del diedro. Si continua in verticale
lungo fessure più facili (2CL) fino ad un primo e quindi ad un secondo
terrazzino sotto una fessura giallastra. 50
m; 5°, 5°+, poi 4°; 1CU, 2CL, 2SF.
7)
Si
affronta la breve fessura soprastante la sosta (4°), oltre la quale facili
rocce un po’ verso sx conducono a una zona appoggiata. Si traversa a sx alcuni
metri salendo poi ad un terrazzino sotto una colata nera. 25 m; 4°, poi 2°; 2SF.
8)
Si
scala direttamente la colata nera con arrampicata magnifica su roccia
eccezionalmente lavorata anche se verticale. Dopo una decina di metri una
placca nerastra più slavata sembra costituire un ostacolo da evitare ai lati
(sconsigliabile). La si affronta direttamente su ottime prese (1CL) proseguendo
poi per il colatoio nero ora più articolato (1CL) fino a giungere all’uscita
della parete. Sosta da attrezzare su terrazzino con detriti. 50 m; 4°, 4°+; 2CL.
Discesa:
Dall’uscita della via
si cammina verso N per circa 15 min. risalendo l’ampissima pietraia che
costituisce la dorsale del Nuvolo, raggiungendone il punto più elevato
(ometto).
Si scende per la
breve cresta di roccette sempre verso N, opposta al versante da cui si è saliti
(ometti, tracce), raggiungendo dopo pochi minuti il sentiero segnalato che sale
alla vicina Cima della Vezzana.
Lo si segue verso sx scendendo al Passo del Travignolo e, percorrendo poi tutta la Val dei Cantoni (segn. 761) si transita nuovamente sotto l’attacco (1 ora dall’uscita).
Foto principale
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